R: Perché vicino a noi ci sono famiglie che hanno bisogno del nostro supporto e sostegno per superare un periodo difficile. Ci si può rendere utili dedicando tempo ed energia a seconda delle proprie capacità e disponibilità. L’impegno richiesto è flessibile, da misurare insieme.
2. Chi può accogliere?
R: Non esistono vincoli a priori: persone singole, coppie con o senza figli, anche non sposate. Senza limiti di età e nazionalità.
3. Quali sono i requisiti richiesti agli affidatari?
R: Indipendentemente dal reddito e dal tenore di vita, i requisiti essenziali sono:
- avere uno spazio nella propria vita e nella propria casa per accogliere un’altra persona
- avere la disponibilità affettiva e la volontà di accompagnare per un tratto di strada un bambino/a o un ragazzo, aiutandolo a sviluppare le sue potenzialità
- tenere sempre presente l’importanza della famiglia di origine nella vita del bambino/a.
4. Cosa differenzia l’affidamento familiare dall’adozione?
R: Le principali caratteristiche dell’affidamento familiare sono la temporaneità, il mantenimento dei rapporti con la famiglia di origine del bambino e la previsione di un suo rientro nella propria famiglia.
5. Quanto dura l’affidamento di un bambino?
R: Dovrebbe essere temporaneo e durare il tempo necessario affinché la famiglia di origine risolva i problemi che hanno determinato l’allontanamento. La legge prevede un periodo massimo di due anni, prorogabili nel caso in cui il recupero delle competenze genitoriali non avvenga in tempi congrui con i bisogni di crescita del bambino.
6. I bambini e i ragazzi in affidamento familiare sono solo stranieri?
R: Possono essere italiani o stranieri, neonati, bambini di due o tre anni, frequentare la scuola materna, elementare o la scuola media, possono essere Minori stranieri non accompagnati, possono essere già più grandi ed avere fino a diciassette anni compiuti, possono anche avere problemi di salute o di disabilità più o meno gravi. A Bologna in questo momento sono in affidamento in famiglia prevalentemente minori italiani.
L'affidamento familiare si rivolge quindi a tutti i minori che ne hanno bisogno.
7. Chi decide che un bambino debba temporaneamente lasciare la propria famiglia di origine?
R: L’affidamento di un minore viene proposto alla famiglia d’origine dal servizio sociale e viene progettato in base alle esigenze del bambino, alla sua situazione familiare specifica e ai problemi che presenta. Se in quel momento la famiglia non è in grado di comprendere di non potersi occupare del proprio bambino è il Tribunale per i Minorenni a predisporre l’affidamento.
8. In quale sistema è inserita la famiglia affidataria?
R: è inserita in un sistema in cui la famiglia del bambino/ragazzo, il servizio sociale, il Tribunale sono attori importanti. In questa ricchezza, la famiglia affidataria ha la possibilità di dare un contributo significativo non solo alla vita di quel bambino/ragazzo ma anche alla propria.
9. Una volta data la disponibilità ad un colloquio informativo, quale è il percorso per diventare una “risorsa accogliente” disponibile all’affidamento familiare?
R: Alle famiglie, alle coppie e alle singole persone che desiderano fare l'esperienza dell'affidamento familiare, dopo un primo colloquio orientativo che può essere svolto anche dalle Associazioni in rete con i servizi e dai Servizi sociali stessi, gli operatori del Centro per le Famiglie assicurano un percorso di informazione e formazione della durata di almeno 15 ore a cura dell’Equipe affido e accoglienza.
In una fase successiva, Psicologo e Assistente sociale svolgono almeno 5 colloqui con gli aspiranti affidatari per la conoscenza e valutazione della disponibilità e per l’approfondimento degli aspetti giuridici, sociali e psicologici dell'affidamento. Questa fase si concluderà con una visita domiciliare e con una restituzione.
Al termine di questo percorso di preparazione, la famiglia, la coppia o la singola persona idonea all’affidamento familiare, verrà inserita in una “banca dati” delle famiglie affidatarie. Quando per un bambino o un adolescente sarà necessario provvedere ad un affidamento familiare, si individueranno le famiglie affidatarie ritenute più adeguate per quel tipo di progetto e per quella situazione.
10. Che cosa viene chiesto ad una “risorsa accogliente” in un progetto di affiancamento familiare?
R: La risorsa accogliente che accoglie offre alla famiglia un sostegno concreto ed emotivo nella vita di tutti i giorni e accompagna la famiglia verso l’integrazione nella comunità sociale di appartenenza. Esso non ha una indicazione temporale normata, ma deve essere nel tempo di un progetto costruito e condiviso da tutti e sui bisogni della famiglia.