Quattro migranti di talento, quattro artigiani senza eredi: un progetto per salvare mestieri quasi dimenticati e creare lavoro per i richiedenti asilo dei progetti SPRAR della Città Metropolitana. Trasformare l’emergenza in opportunità, sia per i migranti sia per le comunità d’accoglienza. È con questo scopo che è nato “PIANI”, Promozione imprenditoriale artigiani non italiani, un progetto che vuole favorire il ricambio generazionale per 4 attività artigianali senza eredi, ben radicate sul territorio, facilitando l’inserimento nel mercato del lavoro di 4 giovani migranti coinvolti nei percorsi Sprar: saranno loro, dopo avere imparato tutti i segreti del mestiere, a portare avanti le attività dei piccoli imprenditori artigiani. “Abbiamo parlato con i ragazzi ospiti delle nostre strutture interessati a partecipare al progetto – spiega Daniele Greco del Coordinamento formazione e lavoro adulti SPRAR –. È importante che abbiano un buon livello di italiano, una buona capacità di gestione del denaro, il desiderio di rimanere sul territorio e di investire in esso”. Contemporaneamente, sono cominciati i primi contatti con gli artigiani segnalati da Cna disponibili al passaggio di consegne. Una volta che saranno individuati gli 8 protagonisti, dopo che i datori di lavoro si saranno messi in regola per ospitare tirocinanti, prenderà il via il percorso formativo e l’affiancamento. Durante il tirocinio i ragazzi saranno seguiti dagli enti promotori (Associazione microfinanza e sviluppo onlus in partenariato con ASP Città di Bologna, Extrafondente Open Source, Cna Bologna, Ecipar Bologna), che forniranno anche assistenza tecnica alla microimpresa ospitante e un’adeguata formazione finanziaria e dell’imprenditorialità a tutti i soggetti coinvolti. Sia per i tirocinanti, sia per gli artigiani mentori è prevista una valutazione intermedia e una finale. Ogni match tirocinante-attività sarà analizzato attentamente, per valutare le potenzialità di espansione e crescita. Se tutti i riscontri saranno postivi, si procederà con la compilazione di un business plan e l’avvio effettivo dell’attività, sempre sotto monitoraggio. Calzolai, cartongessisti, sarti, idraulici, elettricisti, panettieri e pastai, intarsiatori, tappezzieri, ebanisti, vetrai, vasai: i migranti hanno un patrimonio di competenze professionali che aspetta solo di essere messo in pratica. Spesso si tratta di mestieri che, in Italia, rischiano di scomparire. PIANI nasce proprio per questo: valorizzare i talenti dei richiedenti asilo ed evitare che attività storiche muoiano. “L’integrazione sociale, infatti, passa attraverso la regolamentazione, che trova sostegno nel lavoro equo e dignitoso e nell’inclusione finanziaria. Un impiego regolare contribuirebbe al sostegno del sistema sociale nazionale e i migranti diventerebbero risorse umane attive, capaci di contribuire al welfare state”, continua Greco. Prossimo passo, far sì che progetti come questo diventino modelli a cui ispirarsi, buone pratiche in grado di orientare nuove politiche lavorative e di integrazione a livello nazionaleed europeo.
Tratto da ASPNEWS 2_2018 Scarica ASPNEWS 2_2018