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Nasce da una convenzione tra ASP Città di Bologna e IES, l’istituzione dei servizi educativi del Comune di Bologna, ed è dedicato ai giovani tra i 14 e i 16 anni: è il Centro Anni Verdi Savena, che ha aperto le sue porte in viale Roma 21. Se è vero che “per educare un bambino ci vuole un villaggio”, come recita un proverbio africano, l’intreccio tra generazioni è uno degli strumenti che occorrono per superare la frammentazione del tessuto sociale. Ecco perché IES ha scelto di individuare uno spazio dedicato a questo servizio, in un edificio dove hanno sede anche gli uffici amministrativi di ASP, alcuni dei servizi dedicati alle persone anziane, ma anche alcune associazioni, l’asilo nido Giovannino e la scuola d’infanzia Savio 2. Ogni giorno qui transitano quasi 1.000 persone tra gli anziani, i loro parenti, i bambini e i loro accompagnatori, oltre che i dipendenti. Ma in cosa si traduce questa nuova collaborazione? I Centri Anni Verdi (CAV) sono un fiore all’occhiello dei servizi offerti dal Comune di Bologna ai ragazzi e ai loro genitori: il target sono i giovani dai 14 ai 16 anni, che hanno l’opportunità di impiegare il tempo libero pomeridiano in modo diverso, incontrando i loro coetanei e sviluppando i propri interessi e potenzialità. Nello specifico, il CAV Savena ha un’equipe qualificata che ne garantisce l’elevata qualità: attraverso la relazione e una ricca offerta di attività, gli educatori favoriscono la costruzione del gruppo e il rafforzamento del legame con la comunità. Vengono così organizzate iniziative e progetti con altri adolescenti, le scuole, il Quartiere e le associazioni del territorio. Per maggiori informazioni mandare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. document.getElementById('cloak0dc0034843ad5d6d5ec8cab4c2534ae8').innerHTML = ''; var prefix = 'ma' + 'il' + 'to'; var path = 'hr' + 'ef' + '='; var addy0dc0034843ad5d6d5ec8cab4c2534ae8 = 'cavsavena' + '@'; addy0dc0034843ad5d6d5ec8cab4c2534ae8 = addy0dc0034843ad5d6d5ec8cab4c2534ae8 + 'cadiai' + '.' + 'it'; var addy_text0dc0034843ad5d6d5ec8cab4c2534ae8 = 'cavsavena' + '@' + 'cadiai' + '.' + 'it';document.getElementById('cloak0dc0034843ad5d6d5ec8cab4c2534ae8').innerHTML += ''+addy_text0dc0034843ad5d6d5ec8cab4c2534ae8+''; . Pubblicato il 30 giugno 2019 Tratto da ASP NEWS 2_2019
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Servizi per gli anziani, tecnologie per favorire l’integrazione dei migranti, riqualificazione di immobili abbandonati e attività per contrastare la violenza di genere: sono questi gli ambiti di investimento di ASP Città di Bologna in tema di progetti europei. Il tutto inizia nel 2014, quando la direzione ASP organizza una formazione sui canali di finanziamento europei e su come elaborare progetti. Da allora, tante sono state le proposte di collaborazione e partenariato, e i bandi vinti hanno riguardato esperienze sociali innovative. Innanzitutto, il bando Urban Innovative Action, che permetterà di riqualificare l’area dell’ex ospedale Villa Salus, abbandonata da anni. Il progetto Salus Space, di cui è capofila il Comune di Bologna, prevede la nascita di un luogo di abitazione, un centro studi, attività turistiche e produttive. ASP guida il coordinamento Welfare, sperimentando un modello di abitare condiviso e creando nuove opportunità di lavoro e servizi di ristorazione, cura del verde, laboratori di artigianato e un nuovo teatro. Il progetto ProACT, finanziato dal bando Horizon2020, mira invece alla sperimentazione di tecnologie per coinvolgere le persone anziane e i loro caregivers nella prevenzione e nell’attenzione alla salute. Sempre in tema di tecnologie, grazie al progetto Elastic (Erasmus+), gli operatori dei servizi per adulti di ASP hanno fatto un percorso di formazione insieme ai colleghi di Belgio, Polonia, Repubblica Ceca e Spagna, mentre grazie a Micado (Horizon2020) verrà creata una piattaforma per favorire l’integrazione dei migranti e la loro connessione con le autorità pubbliche in materia di casa, salute, lavoro, formazione e partecipazione. ASP, inoltre, è impegnata nel contrasto alla violenza di genere: è tra gli enti firmatari del Protocollo per il miglioramento della protezione delle donne che hanno subito violenza nell’ambito di relazioni di intimità, e grazie a progetti come “Radice”, “Generare Relazioni diverse” e “Move On”, promuove percorsi di formazione, tavoli di coordinamento e strumenti di lavoro condiviso, oltre ad aver sostenuto la nascita del centro Senza Violenza, per gli uomini che hanno usato violenza. Infine, il primo aprile è partito il progetto SiforREF, vinto su bando InterREG, che affronta la sfida dell’integrazione nel passaggio dal periodo di accoglienza a quello di autonomia delle persone rifugiate. Questi progetti hanno dato e daranno l’opportunità agli utenti di ASP di essere sempre più protagonisti del proprio benessere e integrazione sociale. Tratto da ASPNEWS 1/2019 - Scarica il pdf ASP NEWS 1 2019
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“Prendere appunti è la cosa che a scuola facciamo con più frequenza: intervistare una persona per noi non è un problema”. A parlare è Giulia, 17 anni, del Liceo Laura Bassi di Bologna e partecipante del laboratorio di giornalismo e comunicazione, presso il Servizio Protezioni Internazionali dell’ASP Città di Bologna. Il laboratorio, durato due settimane, prevedeva anche una lezione sulle tecniche per svolgere un’intervista. È stato durante quella lezione che la frase di Giulia sembra diventare una chiave di lettura di tutto il progetto: questi ragazzi, dalla dimensione scolastica, possono proiettare nel laboratorio delle pratiche di cui sono portatori. Un altro esempio, ancora più pregnante, riguarda il linguaggio ed il modo in cui viene quotidianamente “confezionato” dal mondo degli adolescenti: tastiere, velocità di pensiero, essenzialità e sintesi. Tutti elementi che fanno parte del loro corredo generazionale: scrivere 2000/2500 battute sullo smartphone o montare un video direttamente sul cellulare, mentre si è sul luogo del girato, è una cosa per loro naturale. In questo ultimo caso, senza che i ragazzi se ne rendano conto, sono naturalmente preparati alla nuova tendenza del giornalismo contemporaneo: il cosiddetto “mobile journalism”, il giornalismo fatto con lo smartphone o il tablet. Certo, hanno comunque bisogno di essere guidati: in tal senso, occorre ricordargli che le riprese si effettuano con il cellulare in orizzontale e non in verticale, oppure incuriosirli sul tipo di inquadratura da scegliere. Se la necessità di un laboratorio di giornalismo per studenti liceali è quella di individuare ragazzi che abbiano abilità e predisposizione verso la scrittura e il montaggio video, questa esigenza non si pone nei confronti delle riprese, poiché è un’azione sistematica della loro quotidianità. E anche per la posizione dello smartphone, basta correggere alcuni approcci poco professionali di cui non hanno contezza, e il gioco è fatto. Il principale tema a cui invece è necessario porre maggior attenzione è quello delle fonti on-line: cosa sono, come utilizzarle e come verificarle. La questione è oggi fondamentale, non solo per ciò che concerne la pratica giornalistica insegnata durante il laboratorio, ma soprattutto per la vita quotidiana dei ragazzi: capire la credibilità di un’informazione che circola sul web, per la loro generazione, è di vitale importanza. Tratto da ASPNEWS 1/2019 - Scarica il pdf ASP NEWS 1 2019
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