Il tema del carcere è da sempre un argomento delicato da affrontare, specialmente quando emerge nel contesto di Bologna, come città del benessere. Questo perché, come spesso accade, i cittadini tendono a considerare il carcere come un luogo distaccato dalla propria città, solo come una sorta di “contenitore di criminali”.
Abbiamo parlato di questa tematica con diversi attori protagonisti tutti i giorni sulla scena  del carcere, sia al suo interno che all’esterno, per porre loro una semplice domanda: “cosa diresti a un cittadino scettico riguardo alla percezione che ha del carcere?”. 
 
In questo articolo abbiamo raccolto diversi commenti a riguardo, a seconda delle varie aree di competenza, con la speranza di poter avvicinare la comunità bolognese nel percepire il carcere in un’ottica nuova ed educativa. Ecco dunque i 3 motivi per cui il carcere della Dozza fa parte della città di Bologna.
 
L’importanza del sistema rieducativo nelle carceri
 
Ciò che molte persone solitamente auspicano è che il carcere si basi su un modello punitivo e repressivo. Questo ragionamento si basa però, come affermano all’unisono sia il Garante Antonio Ianniello, sia il Direttore dell’Area Educativa Massimo Ziccone, su un istinto dettato dalla "pancia", non dalla razionalità' .
 
Purtroppo, molto spesso, l’istinto tende a prevalere e succede di voler augurare pene dure ai detenuti, quando invece bisognerebbe cercare di lasciare da parte l’istinto e ragionare piuttosto su ciò che è conveniente per tutti, concentrandosi su dati obiettivi.
 
Il sistema della repressione ottiene infatti risultati ben peggiori di quello rieducativo. Basti pensare che, come ci racconta Massimo Ziccone, nel 2019 ci sono stati circa 300 omicidi in tutta Italia, mentre lo stesso anno nella sola città di Chicago (dove vige ad oggi la pena di morte) ce ne sono stati ben 400 di omicidi.
 
Dati alla mano, dunque è nettamente meglio un sistema rieducativo invece che punitivo, proprio perché in questo modo la pena da scontare può diventare un momento in cui la persona non solo ha l’opportunità di partecipare a determinate attività, ma anche di acquisire competenze lavorative e professionali.
 
In sostanza la detenzione può ritenersi il primo investimento e strumento per il contrasto alla recidiva, poiché l’ex recluso, se porterà a compimento il proprio percorso all’interno del carcere, verosimilmente compirà meno reati una volta reintegrato in società. Ed è questo il primo aspetto che i cittadini di Bologna hanno l’opportunità di cogliere.
 
Il reinserimento in società degli ex detenuti: come viene vissuto questo aspetto
 
Parlando proprio di reinserimento dei detenuti in società, ecco che si sviluppa un secondo filone, anch’esso spesso difficilmente compreso  dalla comunità. Sappiamo bene quanto sia difficile diminuire i pregiudizi sugli ex detenuti, però il messaggio che deve passare riguarda il fatto che un ex recluso nel passato ha sbagliato anche a causa del contesto di vita ma che adesso, dandogli la possibilità di cambiare stile di vita, sta aderendo a un progetto per staccarsi definitivamente dalla realtà precedente
In quest’ottica, non ha senso dunque lasciare le persone abbandonate a loro stesse, allo sbando e senza possibilità di lavorare. Anche perché così facendo si rischia solo di peggiorare la situazione, spingendo la persona appena uscita dal carcere a commettere altre azioni illegali  , tornando al punto di partenza e creando un circolo vizioso senza fine.
Bisognerebbe invece avere un po’ di fiducia nel prossimo, incoraggiando con proposte e iniziative le persone che hanno realmente voglia di reintegrarsi nella società, diventandone nuovamente parte integrante.
Salute in carcere: come viene percepito questo tema dalla comunità
Insieme a Nadia Assueri, Coordinatrice Assistenziale dell'Ausl di Bologna presso la Casa Circondariale “Rocco D'Amato”, abbiamo infine affrontato il tema della salute in carcere. Ovvero come essa viene percepita all’esterno dalla comunità.
È emerso che da parte dei bolognesi c’è curiosità riguardo a questa tematica, poiché si tratta di un argomento poco noto e conosciuto. In particolare, i cittadini sono stupiti dal fatto che venga fornita assistenza medica a persone che hanno commesso reati gravi. 
Ma proprio questo tema è il punto di partenza per cambiare la visione d’insieme che le persone hanno sui detenuti. Si dovrebbe cercare di ragionare sul diritto alle cura che ogni persona ha a disposizione, a prescindere da qualsiasi tipo di reato che abbia commesso. Queste persone, seppur in carcere, sono libere di decidere della propria salute o meno, così come qualsiasi altro cittadino.
Ancora molta strada si deve percorrere e ancora molte azioni devono essere compiute per far sì che i detenuti siano riconosciuti come cittadini. Noi vi racconteremo cosa viene intrapreso nella città di Bologna in quest’ottica.
Pubblicato il 2 febbraio 2021