L’avvento della pandemia da Covid-19 ha destabilizzato il sistema scolastico di tutta Italia. C’è però una categoria di persone che ha risentito maggiormente dell’introduzione della DAD: parliamo dei minori RSC (Rom, Sinti e Camminanti) a Bologna.
Abbiamo voluto affrontare questa tematica soffermandoci nello specifico proprio sul progetto promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel quadro delle azioni del PONINCLUSIONE 2014-2020, che è stato realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero della Salute e l’Istituto degli Innocenti.
 
L’importanza degli educatori per i bambini RSC a scuola
 
Insieme a Gemma Giusti, una delle educatrici del progetto RSC a Bologna, ci siamo addentrati all’interno delle dinamiche legate all’istruzione, proprio per comprendere meglio quali sono gli obiettivi da raggiungere durante l’anno scolastico.
 
Gemma ci ha subito spiegato che, per concretizzare gli obiettivi preposti, gli educatori fanno uso di diverse strategie, tra le quali favorire una didattica più inclusiva e cooperativa, introducendo anche alcuni laboratori che mirano ad arricchire la classe su temi legati alla diversità e creando gruppi di supporto misti, con turnazione dei bambini all’interno della classe.
 
Un’altra tecnica che gli educatori spesso utilizzavano nelle classi con maggior bisogno di intervento è quella del cooperative learning, una metodologia ampiamente conosciuta nell’istruzione e che favorisce il lavoro autonomo dei bambini che si aiutano a vicenda e dà grande rilevanza alle tematiche sociali.
 
In sostanza, la figura dell’educatore scolastico serve a facilitare la comunicazione tra vari soggetti, facendo da ponte tra scuola e assistenti sociali, ma anche tra scuola e genitori, tra scuola e bambini e tra bambini e genitori. Gli educatori in questo senso sono il vero collante del progetto RSC, anche grazie al rapporto di collaborazione e fiducia che si crea insieme alle maestre.
 
Dalla scuola in presenza alla DAD: com’è cambiata l’istruzione per i minori RSC in tempi di pandemia
 
Con l’avvento della pandemia non è stato più possibile attuare tutte queste attività appena elencate, né è stato possibile far lavorare in gruppo i bambini. Dal primo lockdown, infatti, il ruolo degli educatori è cambiato drasticamente e la priorità è stata fin da subito quella di “agganciare” i bambini con la scuola. Questo perché la maggior parte delle famiglie RSC non avevano abbastanza device per i propri figli, tralasciando il fatto che la rete internet in molti casi non era neanche presente nelle loro abitazioni.
 
Per fortuna, grazie all’introduzione di bandi comunali e dell’impegno di singole scuole, molte famiglie RSC sono riuscite ad ottenere tablet, PC e router nuovi con sim per la connessione Wi-Fi. Proprio in quest’ottica è stato fondamentale il supporto degli educatori scolastici che hanno mappato i bisogni dei bambini del progetto e hanno individuato i soggetti che richiedevano maggior sostegno; tale azione era tra l’altro prevista nei bandi in questione.
 
Una volta che i bambini RSC sono riusciti ad avere gli strumenti adatti per seguire le lezioni in DAD, gli educatori sono passati allo step successivo: ovvero iniziare a lavorare insieme ai genitori per capire come lavorare con queste attrezzature nel migliore dei modi. Gli interventi degli educatori in questo contesto sono stati a dir poco delicati, poiché non è stato per nulla semplice riuscire a spiegare da remoto il funzionamento di dispositivi tecnologici a genitori caratterizzati, molti di essi, da analfabetismo digitale.
 
Ciò che è stato insegnato loro da parte degli educatori si può racchiudere principalmente in queste azioni:
  • Gestire account istituzionale
  • Gestire account multipli
  • Imparare a usare la mail e Google Classroom (piattaforma per svolgere lezioni online)
  • Consultare il registro elettronico
  • Reperire le credenziali
Le difficoltà legate alla DAD per i minori RSC
 
In uno scenario così nuovo e complicato per tutti è naturale che ci siano state diverse difficoltà che sono emerse in questi mesi legate alla DAD per i minori RSC.
Una delle complicazioni più grandi è stata quella del lavoro in autonomia per i singoli bambini, che di solito invece erano abituati al lavoro di gruppo insieme ad altri studenti della propria classe. Un minore, infatti, non dovrebbe mai trovarsi da solo dietro uno schermo a seguire le lezioni.
 
Ma questa non è l’unica difficoltà emersa, purtroppo. Un altro aspetto critico per i bambini RSC riguarda il fatto che essi non hanno spazi adeguati nei quali seguire le lezioni da remoto, dato che le abitazioni spesso sono molto piccole e affollate. Per un bambino RSC non è dunque la situazione più adeguata per capire cosa c’è al di là dello schermo e seguire le lezioni in maniera corretta.
 
Inoltre, molti dei minori RSC purtroppo provano vergogna ad accendere la telecamera perché la loro abitazione è molto diversa da quella canonica degli altri bambini. Ciò dunque provoca inevitabilmente imbarazzo, perché significa far entrare tutta la classe nel proprio privato, in una situazione che non li fa sentire a proprio agio.
 
Come hanno reagito genitori e figli RSC in questo contesto
 
Nonostante momenti complicati, legati specialmente all’inizio della pandemia, quando ancora la DAD era agli albori, sia i genitori che i figli RSC hanno saputo reagire in maniera più che positiva al contesto.
I bambini fortunatamente sono riusciti ad adattarsi molto bene alle situazioni di difficoltà e hanno seguito fin da subito tutte le norme anti covid nei momenti in cui le scuole avevano riaperto.
 
Le reazioni dei genitori, invece, sono state le più disparate, ma in ogni caso positive. Alcuni genitori, specie quelli che formano nuclei di famiglie all’interno delle aree sosta, si sono chiusi in loro stessi e avevano persino timore a far tornare i figli a scuola a settembre 2020, alla ripresa dell’anno scolastico.
Altri, invece, nonostante la paura e i timori, si sono dimostrati molto presenti e proattivi anche nell’ambito delle nuove tecnologie, per sforzarsi di imparare il loro funzionamento in un’ottica di istruzione digitale per i propri figli.
 
Con la riapertura delle scuole a Bologna, la speranza è quella di tornare gradualmente alla normalità dal punto di vista dell’educazione scolastica per i minori RSC. In modo tale che la DAD possa essere solo un ricordo e che le attività inclusive insieme agli altri bambini possano rappresentare nuovamente la quotidianità.
 
 
Articolo tratto da Bologna ti dà il nuovo portale di approfodimento dei servizi di contrasto alla grave emarginazione adulta
 
 
Pubblicato il 3 maggio 2021