Il tanto atteso evento Abitare i Confini, organizzato da ASP in partnership con il Comune Di Bologna e in collaborazione con Animazione Sociale,  è finalmente cominciato e, seppur in versione online a causa dell’emergenza covid, nella prima giornata ha registrato più di 500 accessi provenienti da tutta Italia.
 
L’apertura dell’evento è stata caratterizzata da un webinar in sessione plenaria della durata di quattro ore, durante le quali è stato affrontato il tema della fragilità di una città attraverso vari attori protagonisti che, grazie ai loro interventi, hanno focalizzato l’attenzione su alcuni argomenti alquanto interessanti e stimolanti.
 
 
Obiettivo dell’evento Abitare i Confini
 
Il senso di questa tre giorni di evento, come sottolineato da Rosanna Favato, Amministratrice Unica di ASP Città di Bologna, è proprio quello di portare a Bologna una riflessione a livello nazionale, su come lavorare con le marginalità che permeano le città. 
 
Attraverso il percorso articolato tra webinar e workshop, si intende consolidare, sostenere e diffondere le implicazioni organizzative e operative del pensare le sofferenze e le paure all’interno di una visione sociale più ampia e articolata. In sostanza, un’opportunità di tessere nuovamente le trame tra Servizi e operatori.
 
 
La marginalità urbana
 
Il primo degli argomenti ad appannaggio delle fragilità nelle città tratta il tema della marginalità urbana. In quest’ottica siamo convinti che la salute e la malattia, il benessere e il disagio, la sofferenza e la povertà non siano solo questioni individuali, bensì nascono dentro le dinamiche dei luoghi, prima ancora che nella psiche o nei corpi dei singoli. Le città dunque non sono solo il teatro, ma anche la fabbrica delle vite: spesso vite di scarto, eccedenti rispetto alla capacità della città di integrarle.
 
Uno dei problemi fondamentali espressi dalla dott.ssa Favato riguarda il compito di mantenere una situazione decorosa all’interno della propria società che al giorno d’oggi è lasciato alla capacità e risorse dei singoli. Questa privatizzazione quindi trasferisce il senso di risolvere problemi di natura sociale sulle spalle dei singoli che però, purtroppo, non hanno i mezzi solitamente per affrontarli
 
Così facendo rischiamo di cadere vittime degli umori della “maggioranza appagata”: una elargizione superflua, di cui probabilmente gli appagati non hanno bisogno, e che quindi determina il pensiero secondo cui le risorse destinate ai meno fortunati sembrano denaro sprecato.
 
Resilienza Trasformativa
 
Grazie all’intervento di Francesco d’Angella e Roberto Camarlinghi della rivists Animazione Sociale, in seguito, ci si è focalizzati su un termine molto attuale: quello di resilienza trasformativa. Con questo termine, infatti, viene indicata la capacità di resistere agli urti e agli eventi traumatici della vita in maniera trasformativa e non adattiva. Bisogna essere in grado quindi di poter agire una trasformazione nei contesti che ci rappresentano attraverso varie competenze
 
Tra queste le più significative risultano essere le seguenti:
 
- Vedere l’invisibile nella realtà
- Riuscire a  farci interpellare dal mondo
- Decolonizzare la mente
- Ospitare e tenere la porta aperta a tutti in città
- Coltivare speranze
 
 
Povertà e disuguaglianze nella società attuale
 
A conclusione della prima sessione plenaria, si è entrati più nello specifico all’interno di due tematiche molto attuali oggigiorno. Parliamo del fenomeno della povertà e di quello delle disuguaglianze.
 

In un contesto sociale già complicato da oltre un decennio si è inserita infatti questa nuova crisi che non è solo economica e sanitaria, ma anche e soprattutto sociale. E le tre parole chiave analizzate in questo senso dal professore Cristiano Gori dell'Universita' di Trento sono state “trasversalità”, “rapidità” e “persistenza”.
 
Ad analizzare, invece, il fenomeno della disuguaglianza tra le persone ci ha pensato Don Luigi Ciotti, che ha immediatamente affermato come alla base delle disuguaglianze ci siano sempre delle ingiustizie. Ha poi proseguito lo stesso Ciotti con questo discorso, sottolineando come al giorno d’oggi le disuguaglianze sono aumentate notevolmente e i privilegiati di questo processo sanno che solo con forza, sfruttamento e repressione possono mantenere questa situazione.
 
 
Durante questi tre giorni si susseguiranno interventi che parleranno di sfide, ovvero le sfide organizzative dei servizi e degli operatori per agire all’interno della prospettiva del lavoro sulle fragilità. Non perdetevi dunque i prossimi articoli che verteranno nello specifico sulle tematiche più avvincenti e interessanti dell’evento Abitare i Confini.
 
 
 
 
Pubblicato il 15 dicembre 2020