Sorgono in via del Gomito e in via Selva Pescarola e possono ospitare un massimo di 15 persone ciascuna: sono le due nuove microaree che a Bologna sostituiscono il campo sinti di via Erbosa. Le aree sono dotate di servizi come attacchi per l'energia elettrica, acqua potabile e scarico delle acque reflue, servizi igienici, impianto di illuminazione pubblica, recinzione e cancello di ingresso, pavimentazione in asfalto e zone a verde. Le famiglie che hanno vinto il bando di affidamento vi si insedieranno entro la fine dell’anno: i nuclei pagheranno una quota di sosta dell’area, più le utenze.
Per ogni famiglia, ASP Città di Bologna metterà in campo progetti individualizzati a seconda dei bisogni, affidandone la gestione al Consorzio Arcolaio. “Si lavorerà in particolare su 4 assi: salute, lavoro, scuola, abitare”, spiega Benedetta Lamanna di ASP. “Innanzitutto, lavoreremo sugli accompagnamenti sanitari, le campagne di prevenzione e l’educazione alla salute, per stimolare l’autonomia delle persone a prendersi cura di sé e dei propri famigliari. Sul tema scuola, metteremo in campo azioni finalizzate a favorire l’inserimento scolastico dei minori e la frequenza in classe: aiuteremo i ragazzi nello svolgimento dei compiti, li accompagneremo nei percorsi scolastici e in alcuni casi attiveremo percorsi di tutoraggio ad hoc. Sul fronte occupazionale, invece, cercheremo di orientare le persone nei percorsi lavorativi, mentre sul fronte dell’abitare accompagneremo le persone verso altre soluzioni abitative”.
Tutti questi elementi sono contenuti nella delibera del Comune di Bologna del luglio 2019, che riorganizza la gestione delle aree sosta e delle microaree sul territorio e contiene linee di indirizzo per l’inclusione socio-abitativa delle comunità sinte, dando alcune regole stringenti di convivenza e di accesso agli spazi, tra cui il vincolo di non ospitare nuove persone se non dopo aver ottenuto l’autorizzazione da parte dei servizi. Per quanto riguarda le altre due aree già esistenti, quelle di Borgo Panigale e Savena, dovranno sottostare alle stesse regole individuate per le future microaree: la gestione passa a ASP, che porterà avanti progetti di inclusione e istituirà con gli abitanti patti di convivenza, con diritti e doveri che le famiglie dovranno rispettare. “Il nostro intervento è volto all’inclusione e alla coesione sociale”, conclude Lamanna. “Lavoreremo per creare una rete solida sul territorio e favorire i rapporti con i vicini, le associazioni, le comunità locali e gli altri servizi”.
Pubblicato il 20 novembre 2019