Quest’estate vi avevamo illustrato la figura della pedagogista all’interno dei Servizi Abitativi, definendola come una figura trasversale, nel senso che si occupa sia dei servizi di pronta accoglienza che di transizione abitativa per le famiglie che necessitano di un supporto. 
Oggi, però, vogliamo porre l’accento in particolare su altri due punti riguardanti la figura del pedagogista: gli ostacoliche emergono nell’ambito del proprio lavoro e le attività organizzate insieme alle famiglie delle strutture.
 
Principali obiettivi del pedagogista
Uno dei compiti principali della pedagogista, in sinergia con gli educatori, è quello di creare una serie di opportunità di “incontro” tra genitori e bambini, riservando loro spazi e tempi che diversamente sarebbe difficile crearsi in autonomia. 
Il coinvolgimento non è sempre semplice, è necessario prima far comprendere ai genitori il fine delle attività che vengono proposte e l’importanza della loro partecipazione in modo attivo. 
Talvolta i bambini che risiedono nelle nostre strutture hanno possibilità limitate di passare momenti di gioco, condivisione e di svago coi propri genitori e hanno quindi carenza di stimoli. 
Il compito dell’equipe formata da educatori e pedagogista, in casi come questo, è proprio quello di aiutare le famiglie stesse a relazionarsi maggiormente tra loro, facendo sì che i genitori approfittino di questi momenti predisposti ad hoc per favorire  l’interazione. 
Un aspetto fondamentale ed importante che non dobbiamo mai dimenticare è che ogni famiglia ha un background differente e diversi riferimenti culturali, che da una parte sono un valore aggiunto da cui partire, mentre in altri casi possono rappresentare inizialmente un ostacolo per una progettualità da attivare che li veda co-protagonisti. 
 
Come funzionano i laboratori organizzati dai pedagogisti
Uno degli strumenti migliori in quanto immediato e operativo e soprattutto perchè consente anche agli operatori coinvolti di avere momenti di osservazioni sulle diverse situazioni, è sicuramente quello dei laboratori. 
Parliamo di attività laboratoriali ricreative dedicati alle famiglie dove i genitori hanno la possibilità di realizzare creazioni insieme ai bimbi con materiale di scarto mentre i bambini hanno la possibilità di “sporcarsi le mani”, esplorare, muoversi autonomamente in spazi nuovi, guardarsi attorno alla ricerca di ciò che offre il nostro ambiente naturale e mettersi in gioco in situazioni ludiche, socializzando allo stesso tempo coi loro pari. 
Tali laboratori sono stati svolti in diverse strutture di Pronta Accoglienza e Transizione, talvolta con la sola organizzazione dell’equipe educativa, altre volte con il supporto di consulenti esterne, coinvolte grazie a progetti di rete e di comunità. 
Non si tratta di laboratori fine a se stessi, ma sono attività che i genitori possono riproporre anche in un secondo momento nella propria abitazione, ritagliandosi quindi ulteriori momenti di condivisione con il proprio figlio. 
L’obiettivo ultimo delle attività proposte, infatti, è quello di supportare la genitorialità, rimanendo accanto ai genitori stessi senza mai sostituirsi ad essi, fornendo gli strumenti necessari affinché questo processo avvenga naturalmente.
 
Pubblicato il 24 novembre 2020

Pubblicato il 24.11.2020