Il concetto di sanità ospedaliera viene spesso associato solo ai cittadini, dimenticandosi però che anche un'altra fetta di persone ha pieno diritto a ricevere assistenza medica. Parliamo dei reclusi in carcere che, al pari dei cittadini bolognesi, hanno la possibilità di usufruire di medicine specifiche e di cure ad hoc per poter essere in salute. 

In cosa consiste la sanità in carcere. Ne abbiamo parlato con Nadia Assueri, Coordinatrice Assistenziale dell’Ausl di Bologna presso la Casa Circondariale “Rocco D’Amato” di Bologna.
 

COME SI ATTIVA LA SANITÀ QUANDO I DETENUTI ENTRANO IN CARCERE

Il primo aspetto da considerare riguarda l'intervento della sanità nel momento in cui una persona arriva in carcere. Ora, con l'avvento del covid-19, il neo detenuto deve entrare in una tensostruttura per capire se è già stato infettato o se può essere un soggetto a rischio.

Qualora la persona in questione risultasse positiva ai test, allora dovrà essere isolato in carcere per un periodo di almeno 14 giorni, evitando contatti con altri detenuti, così da evitare casi di contagio. 

Se invece il neo detenuto risulta negativo ai test del Covid-19, quest’ultimo viene visitato, gli viene spiegato in maniera dettagliata come funziona il servizio sanitario in carcere e viene condotto nella sezione "nuovi giunti". Qui si procede con l'utilizzo di screening e di esami vari per capire la condizione di salute della persona .

Quando poi il neo detenuto viene inserito all'interno della  comunità carceraria, incontrerà micro equipes che hanno la presa  in carico dei ristretti, prendendosi cura di loro se necessitano di aiuto. Ma non è tutto. 
 

GLI OPERATORI SANITARI ALL'INTERNO  DEL CARCERE 

Ci sono tanti attori protagonisti all’interno della sanità carceraria, a cominciare da un gruppo di 4 psichiatri , pronto ad intervenire qualora ci fossero problemi e le condizioni si facessero critiche per alcuni reclusi. 

Infatti è previsto  che in carcere vi siano controlli anche dal punto di vista del rischio suicidario, per capire se c’è la possibilità concreta che un soggetto abbia istinti suicidi o meno.

Capita anche che alcuni reclusi abbiano  dei problemi di dipendenza da sostanze ed è in questi casi che è fondamentale l’apporto del medico del Sert. Grazie al suo sostegno è possibile fornire assistenza mirata ai detenuti, riuscendo a curare, o quantomeno ad alleviare il bisogno di alcool o stupefacenti.

C'è poi anche una piccola sezione per la tutela della salute mentale, dedicata però solo a 4-5 donne, ideale per alcune persone che necessitano di intraprendere un percorso riabilitativo. 

Infine, ci sono  specialisti per visite interne (infettivologo, otorino, dermatologo, odontoiatra, diabetologo e pneumologo) che hanno il compito di visitare i pazienti in carcere qualora presentino dei sintomi di possibili malattie in questi ambiti. 

Come si può intuire, il mondo della sanità in carcere è alquanto vasto e per nulla scontato. Per cui vogliamo parlarne adeguatamente attraverso vari approfondimenti, dando modo ai lettori di esplorare ogni tematica nel migliore dei modi, così da avere una visione a 360 gradi di come funziona esattamente la sanità all’interno del carcere della Dozza.

 

Pubblicato il 21 luglio 2020