
L’intervento sul quale ci vogliamo soffermare oggi riguarda Don Luigi Ciotti, del Gruppo Abele di Torino, il quale ha fornito una splendida delucidazione sul lessico che bisognerebbe adottare per il futuro, attraverso sei parole nello specifico.
Si tratta di parole di vita necessarie ad orientarci in un tempo nuovo, un tempo che richiede uno sguardo profondo, lungimirante e proteso al prossimo e all’altrove. Ecco quali sono le sei parole ideali per un lessico del futuro proposte da Don Luigi Ciotti.
1- Rigenerazione
Non basta più, parlare di semplice cambiamento, dato che questi sono stati troppo spesso solo adattamenti o peggio, mutazioni esteriori. Oggi urge una rigenerazione vera e propria fatta di cambiamenti, che devono essere appunto rigenerativi, e che soprattutto devono comportare un notevole grado di azzardo.
Non si cambia nella quotidianità, ma cambiamento vuol dire osare e rischiare, andando incontro all’ignoto con coraggio.
2- Giustizia
Ed ecco che la seconda parola citata da Ciotti durante il suo monologo è “giustizia”, riferita in particolare ad un altro termine molto importante: disuguaglianza, spesso sinonimo di ingiustizia. Perché proprio alla base di ogni disuguaglianza c’è sempre un’ingiustizia, un inaccettabile differenza non solo quantitativa ma anche qualitativa.
In uno scenario come quello attuale, in cui le differenze tra ricchi e poveri sono sempre più accentuate, bisogna avere dunque il coraggio di denunciare con forza ogni qualvolta vengono lesi i diritti della libertà delle persone.
3- Ecologia integrale
Questo termine, invece, è un’espressione chiave di Papa Francesco che, con l’aggettivo “integrale”, vuole sottolineare come il ripensamento del nostro rapporto con la natura deve essere radicale, esteso a tutti gli ambiti della vita a cominciare da quello sociale, così come in quello relazionale.
Per questo la tutela del pianeta Terra e l’impegno della giustizia devono procedere di pari passo e per questo parlare di transizione ecologica è scorretto. La crisi che stiamo vivendo infatti è prima di tutto una crisi sociale e purtroppo non si può uscire da questa dinamica senza una trasformazione etica, senza un cambiamento radicale col mondo, con gli altri e con se stessi.
Urge dunque una conversione ecologica che coinvolge tutte le persone, dato che si tratta di rivolgere il cuore e la coscienza che stiamo ciecamente sfruttando e saccheggiando ogni giorno di più.
4- Fraternità aperta
In questo senso non basta più parlare di una generica fraternità, ma bisogna parlare di una fraternità aperta. Si tratta di quel tipo di fraternità, come spiega anche Papa Francesco, che permette di riconoscere e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica.
Si tratta di una parola che mette in luce la povertà non solo materiale, ma esistenziale, smascherata dalla pandemia che è causa di tante sofferenze e lutti.
Collegato a questo concetto si lega anche il termine “società”, sostenendo come sia paradossale il fatto che al giorno d’oggi le società, che per definizione dovrebbero essere coese, in realtà siano frantumate e lacerate da ingiustizie proprio perché manca fraternità.
5- Diritto
La quinta parola su cui si sofferma Ciotti è “diritto”, una parola sparita anche dal lessico politico ultimamente, a cui bisogna ridare vita partendo da quei documenti come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
6- Fragilità
Sesta e ultima parola analizzata da Ciotti per un lessico del futuro riguarda il concetto di fragilità. Perché la nostra fragilità al momento non è contingente, ma strutturale.
D’altro canto fragile è la condizione umana, ma proprio la coscienza della nostra fragilità può diventare il punto di forza per cercare non di rimuoverla, bensì di riconoscerla per tornare ad essere tutti più umani.
Non perdetevi i nuovi articoli delle prossime settimane, nei quali approfondiremo altri interventi di attori protagonisti dell’evento Abitare i Confini!
Pubblicato il 26 gennaio 2021