Dopo la trasferta a Milano alla scoperta di tre realtà della Grave Emarginazione Adulta milanese, ASP Città di Bologna ha colto l’occasione per passare una giornata a Castello Manservisi, dove i servizi della GEA si sono riuniti tutti insieme per la prima volta in presenza dopo i 16 mesi di pandemia.
Si è trattato di un momento di riflessione incentrata sul lavoro dei servizi durante e dopo lo scoppio della pandemia Covid19, per capire come questa abbia inciso sia negativamente che positivamente sul lavoro degli operatori, sulla vita delle persone all’interno dei servizi/strutture e in strada, ma anche nel rapporto dei servizi con la città.
 
 
Le riflessioni emerse nel corso della mattinata
 
La giornata è stata sin da subito suddivisa in due macro momenti: mattina e pomeriggio. Durante il corso della mattinata, gli operatori, guidati dalle referenti ASP, si sono divisi in 5 gruppi all’interno dei quali sono stati sviluppati alcuni punti cruciali.
Tra questi si è parlato delle principali fatiche riscontrate nel lavoro; i principali punti di forza che sono emersi nel corso degli ultimi mesi; i principali cambiamenti nei metodi di lavoro dei servizi; e i desideri e le aspettative per il futuro dei servizi.
 

La riflessione della mattina si è dunque conclusa con una restituzione in plenaria, dove sono emersi importanti ed interessanti spunti tra cui:
- Il fatto che il covid abbia centrato gli interventi sulla maggiore cura di se stessi e del benessere psicofisico, così come ha consentito l’emersione di autonomie inaspettate degli utenti e dei servizi stessi
- Il ritorno ai bisogni primari delle persone, così come la flessibilità e la “camaleonticità” dei gruppi di lavoro e dei servizi. Si è capito come trarre dei risvolti positivi anche da situazioni all’apparenza complicate
- La tenuta psicologica e personale è diventato un punto di contatto con gli utenti, dato che anche gli operatori hanno vissuto dimensioni simili a quelle vissute da loro
- La necessità del riavvicinamento al sanitario come sistema fondamentale per il funzionamento di servizi integrati
- Una maggiore consapevolezza del fatto che i servizi GEA sono vere e proprie “antenne sociali”, in grado di rilevare i bisogni plurimi anche se si discostano loro target di elezione.
 
 
Gli spunti conclusivi del pomeriggio
 
Il lavoro svolto nel pomeriggio è stato condotto invece dalla responsabile del servizio GEA, Monica Brandoli, e dai responsabili delle cooperative gestori del Consorzio L'Arcolaio.
Durante questo momento di forte coesione si è lavorato su vari aspetti. Primo su tutti il fatto di capire come poter rinforzare la rete, come migliorare il dialogo, la comunicazione e l’ottimizzazione della partecipazione ai tavoli di lavoro.
Infatti, non sempre tutti gli operatori hanno l’obbligo di seguire ogni progetto. In questi casi è fondamentale individuare i metodi più efficaci per valorizzare lo scambio di pareri anche quando non si riesce ad essere fisicamente presenti ad ogni singolo progetto in questione.
Inoltre si è cercato di ipotizzare un percorso di lavoro che sia orientato verso la fattibilità di un affidamento dei servizi della Grave Emarginazione Adulta attraverso la coprogettazione, superando così la logica dell’appalto.
Sono sfide impegnative, che non possono certo essere risolte in una giornata, ma sulle quali è doveroso cominciare a porre le fondamenta per poterle affrontare nella maniera più efficiente possibile, con uno sguardo fiducioso al futuro.
 
 
 
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