
Un problema spesso sottovalutato e poco discusso, ma che è stato fonte di dibattito durante il consueto appuntamento con il programma radio per chi vive il carcere quotidianamente. Caterina Bombarda, conduttrice, e Ignazio de Francesco, ospite fisso e volontario AVOC, hanno colto l’occasione per affrontare questa tematica prendendo spunto da un articolo uscito su La Repubblica di Flavia Carlorecchio, che ha fatto una disamina delle strutture in Italia che affrontano la tematica delle donne madri con figli piccoli in carcere.
Purtroppo le misure alternative rappresentate dagli Istituti di Custodia Attenuata per le Madri, chiamati ICAM, e le case famiglia protette ci sono, perché esistono, ma sono molto esigue. Non a caso, infatti, gli ICAM sono soltanto cinque distribuiti in tutta Italia, mentre le case famiglia protette sono addirittura meno: due.
Se lo scopo della legge 62 del 2011 era quello di favorire gli arresti domiciliari e la creazione di case famiglia, ciò non è stato possibile, poiché la soluzione più utilizzata è stata quella di sfruttare proprio gli ICAM come istituzioni carcerarie a tutti gli effetti.
Bisognerebbe trovare dunque una soluzione alternativa e diversa, per favorire una maggiore tutela delle madri recluse con figli piccoli, in modo tale da evitare situazioni nelle quali i bambini piccoli si trovino in strutture per niente adatte alla loro condizione.
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Pubblicato il 15 febbraio 2021