In apertura di puntata di Liberi Dentro-Eduradio del 23 marzo, è stato introdotto un argomento molto delicato per quanto riguarda la sfera carcere: parliamo di come le persone transessuali affrontano la detenzione.
Caterina Bombarda, conduttrice del programma radio e televisivo, ha posto l’accento su questa questione traendo spunto dall’articolo di Damiano Aliprandi sul settimanale “Il Dubbio”. In particolare si è posto l’accento sui problemi che le persone transessuali hanno durante il momento della detenzione e delle possibili azioni da intraprendere per risolvere queste dinamiche.
La presenza di persone transessuali nelle carceri purtroppo ad oggi non è ancora del tutto supportata dal DAP (Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria) e questo fatto è stato denunciato dal Garante delle persone private della libertà personale della Campania, Samuele Ciambriello, che è andato personalmente in visita nel carcere di Poggioreale a trovare i detenuti transessuali.
Proprio il Garante in questione ha infatti constatato la “doppia segregazione” nella quale sono costretti a vivere le persone transessuali nei reparti precauzionali, a causa dei numerosi sex offenders che abitano le carceri non solo di Poggioreale, ma di gran parte delle carceri italiane.
Colpisce inoltre il fatto che in poche carceri del Paese (come Napoli, Roma, Belluno, Firenze e Rimini) siano previste delle sezioni dedicate esclusivamente ai detenuti transessuali.
Sarebbe invece un provvedimento da attuare a livello nazionale, proprio per garantire una detenzione incolume e priva di disagi di natura psichica e fisica che invece sempre più spesso le persone transessuali sono costrette a subire. Una forma di discriminazione grave che viola anche il principio di uguaglianza previsto dalla Costituzione e che speriamo possa avere fine nelle oltre duecento carceri italiane ancora prive di sezioni ad hoc per persone transessuali.
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