Protezioni Internazionali

In occasione della giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno scorso, si sono svolti a Bologna una serie di eventi volti a celebrare la ricorrenza riconosciuta a livello internazionale. L'ASP ha partecipato attivamente al convegno del 21 giugno L'Italia e il sistema europeo comune di asilo svoltosi presso la Biblioteca Salaborsa in Piazza Nettuno (Bologna) per spiegare, con un intervento dell’ Amministratore Unico, l’attività svolta nell’ ambito dell' assistenza, accoglienza e integrazione svolta a favore degli immigrati nel nostro paese e in particolare nel comune di Bologna. L’ASP Città di Bologna ha fra le proprie funzioni il governo di alcuni interventi sulla popolazione migrante accolta nel nostro comune e nei comuni limitrofi. Si tratta sia di interventi storici avviati alla fine degli anni ’90 sia di altri generatisi a seguito delle nascenti esigenze degli ultimi dieci anni. A quest’ultima tipologia di interventi afferiscono l’adesione del Comune di Bologna e di ASP alla rete nazionale SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) e la nascita dello Sportello Protezione Internazionali, servizio cittadino rivolto ai richiedenti e ai beneficiari di protezione internazionale deputato all’ascolto, l’orientamento e presa in carico dei richiedenti e beneficiari di protezione, nonché del coordinamento del progetto SPRAR. Obiettivo finale è la messa in campo di interventi socio-sanitari per avviare le persone prese in carico verso una condizione di inserimento sociale soprattutto attraverso l'acquisizione di autonomia lavorativa ed abitativa. I dati del 2013 rilevano che i benecificari di protezione internazionale (185) hanno superato il numero dei richiedenti (159), confermando il fenomeno della migrazione interna di persone che hanno ottenuto la protezione in altri luoghi del paese. I dati del primo semestre 2014 confermano tale andamento con circa 200 presenze allo sportello, caratterizzando l'attività verso tre principali fenomeni: presenza di nuclei familiari o mono parentali, aumento di forme di disagio psicologico, donne che provengono da percorsi di tratta. Di recente è stata inoltre attivata una collaborazione con Ervet, al fine di scambiare e confrontare le reciproche conoscenze per individuare possibili percorsi comuni e sviluppare iniziative innovative a valenza internazionale.
Sabato 21 giugno, dalle 9 alle 14, presso la Biblioteca Salaborsa, piazza Nettuno 3, Bologna, si terrà il convegno L'Italia e il sistema europeo comune di asilo , dove rappresentanti della Commissione Europea, del Governo italiano, delle Istituzioni locali, di agenzie europee di accoglienza e della società civile, si confronteranno sul delicato tema del sistema di asilo. Per Asp Città di Bologna, sarà presente l'Amministrarore Unico, Gianluca Borghi. L'Italia sta affrontando un massiccio arrivo di persone che attraversano il Mediterraneo e fanno richiesta di asilo nel nostro paese, oppure cercano di allontanarsi subito per proseguire il viaggio verso altri paesi europei L'accoglienza dei richiedenti asilo è un lavoro giornaliero e pratico, portato avanti da diversi attori nell'ambito dei Progetti SPRAR, dei Progetti Dublino e di altre iniziative di accoglienza. Come stanno agendo i governi, le autorità locali, le ONG, le agenzie internazionali per farsi carico del sistema? Consulta il programma della giornata. Consulta la campagna Bologna Cares La campagna Bologna Cares sul sito del Comune di Bologna Pubblicato il 17 Giugno 2014
Venerdì 20 giugno alle ore 16,30 si terrà presso la Biblioteca Salaborsa, in piazza Nettuno a Bologna, la presentazione del libro “Mettiamo le parole in tavola” da un progetto dell’ Associazione Mondo Donna Onlus impegnata come gestore, insieme ad ASP Città di Bologna, del progetto SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati). Il volume è il risultato di un progetto il cui obiettivo è fare conoscere la propria attività svolta presso la Casa dell’ Agave attraverso i racconti delle ospiti stesse che, descrivendo le ricette tipiche del loro paese di origine, hanno saputo collegare il racconto delle proprie abitudini ad un piatto tipico della zona. Durante l’evento saranno disponibili copie del volume. L’intero contributo raccolto sarà destinato a sostegno dei progetti di accoglienza. Di seguito l’invito all’ evento. Pubblicato l'11 Giugno 2014
Bologna cares! è la campagna di comunicazione del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati - SPRAR - del Comune di Bologna. A partire dal mese di maggio si svolgeranno una serie di iniziative culturali ed eventi cittadini organizzate in occasione della Giornata mondiale del rifugiato (20 giugno 2014) riconosciuta a livello universale dal 2001, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle sofferenze degli esuli e sostenere gli sforzi delle organizzazioni impegnate. Tra i primi appuntamenti, un laboratorio di scrittura rivolto sia ai richiedenti asilo ospiti a Bologna, sia ai cittadini italiani. Il laboratorio viene realizzato nel contesto della campagna Bologna cares! e fa parte del progetto di comunicazione SPRAR Bologna, messo in atto dal Comune di Bologna, dall’ASP Città di Bologna e dai gestori dell’accoglienza rifugiati Cooperativa Lai-momo, Consorzio Arcolaio, Associazione Mondo Donna e Cooperativa Camelot. Scarica i volantini degli eventi: Presentazione del libro Mettiamo le parola in tavola venerdì 20 giugno Scarica il voltantino del laboratorio di fumetto che si terrà dal 17 al 20 giugno Scarica il volantino del laboratorio di scrittura che si terrà dal 15 al 19 giugno Il programma di Bologna Cares! : Scarica la cartolina sintetica del programma Bologna Cares! Scarica il programma completo di Bologna Cares! Vai alla pagina Facebook di Bologna Cares Per appronfondimenti: Il comunicato stampa del Comune di Bologna Il blog dedicato alla campagna [Give me shelter) Vai alla notizia nel sito Sociale ER Il programma del convegno del 21 giugno Pubblicato il 13 Maggio 2014
Abitualmente trascorriamo una grande parte del nostro tempo a progettare, definire, modificare, affinare quanto quotidianamente mettiamo in campo a favore dei nostri ospiti, ma il nostro grande obiettivo, forse neanche troppo inconscio, è immaginarci una società da regalare ai nostri figli senza CIE, CARA, CPA, CDA, CP…….. e senza SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati). Sostituire gli acronimi e ciò che rappresentano tecnicamente, ma soprattutto rimuovere l'ingiustizia sociale che concettualmente li genera, è il sogno che vorremmo continuare non solo a sognare. Anche noi sistema SPRAR siamo parte di questa dipendenza che scompone, classifica e ricostruisce percorsi e vite che hanno avuto la sfortuna di svolgersi in luoghi e momenti sbagliati. Storie spesso piene di sofferenza, che ci vengono consegnate da donne e uomini in fuga, ed assumono, appunto, nella nostra società il valore di accesso a quei contenitori codificati, determinando il loro essere “out” o “in”. Solo quando saremo in grado di riconoscere la persona nella sua interezza, fatta di esperienze, di cultura , di diritti e l’avremo resa consapevole dei propri doveri, potremo non avere più bisogno di inserirla in categorie predefinite al solo scopo di centellinare risorse che dovrebbero essere disponibili per tutti. Pur essendo parte di tutto questo, è qui in questa terra di mezzo fra passato e presente della persona, che ci collochiamo noi operatori dello SPRAR: accompagnatori su quelle strade che dovrebbero portare ad un’integrazione nella società. Consapevoli della conoscenza dei sentieri da percorrere ma con una sempre rinnovata curiosità verso le persone che sosteniamo. E’ nella scelta di costruire percorsi sostenibili che va ricercato il fondamento della distinzione fra lo SPRAR e gli altri sistemi di accoglienza rivolti ai richiedenti protezione internazionale ed ai beneficiari della stessa. Sono trascorsi più di venti anni da quando Bologna ha iniziato a realizzare interventi di accoglienza a favore di persone migranti; siamo passati attraverso fasi progettualmente strutturate ed altre alquanto confuse, entrambe marcate quasi sempre da un approccio generalista ed emergenziale nella ricerca delle soluzioni. Abbiamo considerato tutti i migranti appartenenti ad un unico grande percorso, spesso rifiutandoci di cogliere la specificità di ogni singola storia, negando aspettative e bisogni individuali che sono stati troppo frequentemente riassorbiti dal grande contenitore “immigrazione”. Purtroppo ancora oggi sono principalmente “immigrati”. L'esperienza di adesione alla rete nazionale dello SPRAR ha giocato un ruolo fondamentale nella costruzione e nell'affinamento di scelte diverse; le linee guida ed i canoni del programma SPRAR ci hanno portato a considerare una prospettiva differente dominata dal principio: una persona, una storia, un progetto. Questo è stato il passaggio fondamentale da cui abbiamo derivato il concetto di inserimento sostenibile, divenuto da alcuni anni la strada maestra su cui costruire gli interventi che realizziamo all'interno del nostro progetto. Tutto ciò che viene costruito deve avere una sua sostenibilità, deve tenere conto delle potenzialità della persona ma anche dei limiti; bisogna creare/ricercare le condizioni individuali perché vengano mantenute le proprie conquiste e possano essere implementate secondo le proprie possibilità, evitando fallimenti che andrebbero a configurarsi come ulteriori perdite nella vita della persona. Questa è la sfida che abbiamo deciso di raccogliere. Ben piantati nella quotidianità ma con lo sguardo rivolto verso il miglioramento delle nostre azioni. Negli ultimi anni il welfare bolognese ha subito una serie di trasformazioni che hanno portato ad una nuova organizzazione i servizi sociali cittadini ed alla collocazione operativa del progetto territoriale SPRAR dentro il Servizio Immigrati dell'ASP Poveri Vergognosi – oggi ASP CITTA’ DI BOLOGNA, dando vita con le sue articolazioni ad un vero e proprio servizio cittadino rivolto alle protezioni internazionali. Questa prima strana articolazione, in cui l'ente locale titolare del progetto non coincide strettamente con il soggetto che operativamente ne governa lo svolgimento e lo sviluppo ha fatto sì che l'ASP – anch'essa ente pubblico - si collocasse come gestore intermedio nella filiera tradizionale ente locale titolare/ente gestore, dando vita ad una sperimentazione peculiarmente amministrativa, ma prima di una serie che hanno caratterizzato anche il lavoro progettuale delle organizzazioni coinvolte: ASP, Comune, Associazione MondoDonna e Consorzio Arcolaio. Fondamentale in questo percorso di progressive sperimentazioni è stato il tenere sempre presente due concetti determinanti: vulnerabilità e resilienza. La vulnerabilità, che le riflessioni avviate nella rete nazionale hanno portato oggi ad un auspicato superamento come categoria progettuale distinta, è servita a far emergere e a renderci consapevoli di una particolarità che, a prescindere dalla condizione psico-fisica soggettiva, costituisce il substrato traumatico di tutti asilanti. La resilienza, cioè la capacità di resistere a traumi senza spezzarsi, è stata invece la grande sfida nel rapporto operatore beneficiario per l’identificazione della parte “viva” della persona su cui innestare ed innescare i processi di ripresa e ricostruzione, E’ partendo da questi due concetti che si sono originate le scelte che hanno portato a servizi dedicati come l’accoglienza per persone vittime di violenze e torture, madri sole con figli, persone con problemi sanitari gravi ma anche le evoluzioni dello Sportello protezioni internazionali di ASP e dello sportello di orientamento al lavoro – oggi Area Orientamento e Lavoro – che ha costituito la sfida più complicata, assumendo la funzione di orientamento e supporto ad inserimenti lavorativi in quell’ottica di sostenibilità costantemente ricercata. Oggi, in un Paese che si ostina a voler rincorrere l’evoluzione, ci troviamo ancora una volta di fronte ad un cambiamento veloce ed imponente della realtà degli asilanti che ci obbliga ad interrompere la percezione dell’estemporaneità del fenomeno e ci pone davanti alla sua trasformazione strutturale. Solo attraverso la costanza di “un'illusione generativa” che tenga vivace la nostra attenzione e ci obblighi a sperimentare continuamente, rifiutando la semplice constatazione dell'esistente, potremo accogliere i nuovi cambiamenti e passare dagli inserimenti sostenibili alla desiderata integrazione.. “.....non ci siamo stancati di dire che bisognava nello stesso tempo agire e che l'organizzazione si crea nell'azione” Giorgio Amendola