Le visite studio sono state realizzate nell’ambito del progetto europeo SIforREF, Integrating Refugees in Society and the Labour Market Through Social Innovation, di cui ASP Bologna è partner, che ha l’obiettivo di ridurre il rischio di marginalizzazione dei rifugiati e favorirne l’integrazione sociale e lavorativa, attraverso la promozione di p ratiche socialmente innovative.
Gli incontri virtuali, tra novembre 2020 e marzo 2021, hanno rappresentato un'opportunità stimolante per confrontarsi su temi legati all'inclusione dei rifugiati e sul ruolo che la comunità gioca nel favorirla.
Se Vienna si è concentrata sull’inclusione lavorativa, Lubiana sull’integrazione dei rifugiati in Slovenia nel contesto della rotta balcanica, Berlino sull’accesso al mercato del lavoro, con un focus sui gruppi vulnerabili, Bologna e Parma hanno scelto il tema dell’integrazione dei rifugiati nel contesto locale attraverso la community-based protection.
L’evento virtuale di Bologna, svoltosi lo scorso 8 febbraio, è stato l’occasione per approfondire il tema dell’housing nel percorso di integrazione dei rifugiati, quale step per costruire relazioni con la comunità locale e incrementare le opportunità di accesso al mercato del lavoro.
Ad introdurre la mattinata di riflessioni Marco Lombardo, Assessore Politiche per l’Immigrazione e Terzo Settore del Comune di Bologna, che ha illustrato il contesto di riferimento delle buone pratiche presentate e l’importanza dei processi partecipativi.
È in questo contesto che sono state presentate due buone pratiche che, da prospettive diverse, sono legate al tema dell’housing. Salus Space è uno spazio collaborativo per l'inclusione di migranti e rifugiati, un luogo multifunzionale di benessere, accoglienza, lavoro e inclusione attiva. Il progetto si fonda su un approccio di co-creazione, in forte sintonia con la metodologia utilizzata da SIforREF.
Vesta, un progetto di accoglienza in famiglia o di vicinanza solidale per minori stranieri non accompagnati e giovani rifugiati, offre ai cittadini l’opportunità di contribuire in prima persona allo sviluppo di un nuovo modello di integrazione.
Con il supporto di video e attività interattive, le presentazioni hanno stimolato la discussione di gruppo tra i partecipanti, che hanno condiviso le loro riflessioni sulle buone pratiche presentate rispondendo a 2 domande: “Quali sono gli aspetti positivi e quelli critici di ogni buona pratica presentata?” e“ Come implementereste queste buone pratiche nel vostro contesto sociale?”
Sono state così condivise sfide dell’integrazione e possibili modalità per fronteggiarle, che troveranno spazio nelle successive Linee Guida per implementare pratiche sociali innovative.