
Obiettivo principale del servizio è quello di offrire un adeguata e rapida accoglienza temporanea e al contempo supporto e accompagnamento educativo.
Ogni nucleo porta una sua personale storia, un viaggio carico di progetti e spesso fallimenti pesanti, si incontrano vicende simili, ma vissute da ciascuno in modo differente, la convivenza può presentarsi come carica di aspettative postitive o di rabbia e frustrazione. La sfida quotidiana è quella di incoraggiare, creare un buon clima pur nelle oggettive difficoltà di convivenza tra tanti nuclei con provenienze geografiche, culturali, anagrafiche differenti e difficoltà condivise.
Gli uomini, le donne e i nuclei familiari accolti hanno quindi la possibilità di trovare al Pallone uno spazio dove, grazie all’aiuto degli educatori, è possibile non perdere la propria autonomia, riprendere fiato e ricevere un aiuto per ridefinire il proprio progetto di vita e migratorio.
“L’accoglienza presso il Pallone è quasi interamente rivolta a nuclei familiari, attualmente su 60 ospiti più della metà sono bambini. Per questo diventa necessario organizzare spazi di relazione e gioco. Tra i diversi strumenti educativi che utilizzano gli educatori il libro ha sicuramente un posto di rilievo.
Il libro è uno strumento potente di relazione sia con il singolo bambino sia con il gruppo: attraverso la lettura o la narrazione, infatti, si può creare un legame privilegiato tra educatore e bambino.
In questi ultimi mesi di attività abbiamo pensato di allargare la proposta anche ai genitori proponendo loro la possibilità di leggere insieme ai figli e prendere a prestito dei libri in una piccola biblioteca. I vissuti delle famiglie risultano spesso molto complesse, adulti e bambini hanno subito situazioni di sradicamento e di precarietà abitativa e non solo. Alcuni bimbi hanno compiuto un lungo viaggio generalmente con le
sole mamme, altri hanno dovuto cambiare più volte casa anche in situazione di urgenza.
Arrivati al Pallone i bambini dimostrano di avere grandi risorse e cercano fin da subito una situazione di normalità fatta di gioco e relazioni, mentre i genitori sono assorbiti da problemi che sembrano immensi. In mezzo a tutte queste fatiche vorremmo proporre un luogo nel quale genitori e figli possano avere un tempo e uno spazio insieme fatto di libri, parole, calore e relazione.
Inoltre, la situazione pandemica attuale, ha costretto le famiglie a ripensare ai propri ritmi e alle modalità di incontro e di socializzazione. L’idea di realizzare una biblioteca condivisa ha quindi anche l’obiettivo di dare colore e creatività in un periodo povero di esperienze stimolanti.
Gli educatori organizzeranno una biblioteca vera e propria, con tanto di catalogazione tessera di iscrizione e registri. La biblioteca verrà realizzata con l’uso di materiali di riciclo e collocata nella sala comune della struttura. I libri saranno divisi in sezioni dedicate alle diverse fasce d’età e l’apertura settimanale della biblioteca sarà regolata secondo le misure di contenimento in contrato alla diffusione al covid-19 che prevedono accessi contingentati. Gli educatori forniranno ai bambini degli stimoli che li aiuteranno creare la propria esperienza di scoperta e lettura del libro.
Nello spazio di una “struttura di accoglienza” dove il privato è molto limitato e non è casa, vogliamo offrire la possibilità che ogni bambino possa avere qualcosa di “suo”, anche se in prestito, da poter portare in camera e leggere con i fratelli, con mamma, con papà ma anche da solo.”
a cura di Simona Cavallini - Responsabile Servizi Abitativi
Tratto da ASP NEWS 2-2021