In uno degli ultimi articoli avevamo illustrato i Servizi abitativi di ASP Città di Bologna, di cosa si occupano in generale e a chi si rivolgono. Oggi vogliamo continuare su questo percorso, andando più nello specifico e parlandovi di un’altra figura che svolge il proprio lavoro all'interno dei servizi abitativi: il pedagogista
 
Vi illustreremo qual è il suo ruolo e in che contesto lavora tutti i giorni, spiegandovi anche quali persone segue quotidianamente.
 
 
 
Come funziona il ruolo di pedagogista 
 
Il pedagogista dei servizi abitativi è una figura trasversale, nel senso che si occupa sia dei servizi di pronta accoglienza che di transizione abitativa per le famiglie che chiedono un supporto. 
 
La differenza sostanziale è che i servizi di pronta accoglienza entrano in gioco quando vi sono famiglie che ne necessitano alla prima segnalazione (ad esempio per  una famiglia che  subisce lo sfratto e viene momentaneamente collocata  in albergo). 
 
I servizi di transizione invece si attivano quando le famiglie possono garantire alcuni requisiti e un’autonomia maggiore (ad esempio  un lavoro). 
 
Quello di pedagogista è dunque un ruolo variegato, dato che fornisce anche un supporto alle equipes educative
 
Questo accade ad esempio laddove ci sono situazioni di fragilità (presenza di un minore o problemi di  genitorialità), in questi casi viene chiesto il supporto del pedagogista per individuare che tipo di difficoltà esiste e capire come supportare la famiglia in questione. 
 
Ècosì quindi che nascono progetti di supporto per creare diverse opportunità atte a risolvere le situazioni problematiche per le famiglie.
 
Ma c’è anche un importante lavoro di rete con i servizi sociali territoriali di riferimento  con i quali i pedagogisti partecipano ai tavoli di quartiere per portare le istanze e capire se si possono creare sinergie con ciò che già esiste, così da creare nuove opportunità per il futuro.
 
Fasce più bisognose e utenza media 
In generale i pedagogisti hanno a che fare con alcune fasce molto bisognose di famiglie che presentano caratteristiche comuni.
Vediamo quali : 
 
- Le famiglie in questione sono quasi sempre numerose (almeno 2 figli , ma spesso  anche 3-4). Sono quindi dei veri e propri nuclei familiari complessi.
 
- Le famiglie sono quasi tutte immigrate (i Paesi di provenienza maggiore sono il Marocco, il Bangladesh, la Romania, il Pakistan e il Kosovo). Solo due famiglie su tre strutture sono italiane
 
- Le famiglie hanno spesso avuto eventi  sfortunati  nella vita (sfratti, perdita del lavoro su tutti)
 
In questo contesto per nulla semplice, si aggiunge anche la difficoltà delle situazioni più gravi , ovvero quelle in cui ci sono bambini in carico alla neuropsichiatria, o in cui i bambini piccoli non frequentano i servizi educativi (come asili nido e scuole di infanzia), o ancora quando la frequenza scolastica è molto irregolare e saltuaria.
 
In questi casi il ruolo del pedagogista è ancora più delicato, perché bisogna cercare di venire incontro a queste famiglie ponderando bene le situazioni e far capire ai genitori che dei pedagogisti ci si può fidare e che tutto il supporto che viene fornito è per il bene loro e dei propri figli.
 
 
Caratteristiche delle strutture
 
Le strutture nelle quali vengono accolte le famiglie sono tutte diverse, in particolare si distinguono 3 differenti strutture: una nel quartiere Navile e due nel quartiere San Donato. 
 
Nella struttura del quartiere Navile ad esempio ci sono 24 appartamenti e per ogni appartamento possono vivere fino a 2 famiglie, che hanno a disposizione due stanze private, ma che convivono anche con spazi  in condivisione.
 
Una delle due strutture nel quartiere San Donato invece non prevede la condivisione di spazi comuni tranne il giardino; mentre la seconda struttura è un ex ostello e presenta soltanto stanze. 
 
Le famiglie che alloggiano al suo interno hanno a disposizione la stanza in cui dormono, mentre il bagno e la cucina sono in comune, con tempistiche di prenotazione per cucinare. 
 
Quest’ultima struttura è l’unica delle tre con una copertura degli operatori H24, all’interno della quale vengono indirizzati nuclei con maggiori fragilità. Mentre nelle altre due strutture non c’è copertura H24, anche se gli educatori e i pedagogisti sono presenti e pronti ad intervenire qualora ce ne fosse particolare bisogno.
 
Questo è solo il primo di una serie di altri articoli che verranno pubblicati in seguito, riguardanti più nello specifico il ruolo di pedagogisti e le attività che essi fanno svolgere alle famiglie dei servizi abitativi. 
 
Pubblicato il 4 agosto 2020