Servizi Abitativi

Salus Space è un progetto che ha vinto il primo bando europeo del Programma U.I.A.(Urban Innovative Actions), scelto con altri 17 tra i 378 proposti. Le tematiche sulle quali si è focalizzato il progetto sono le seguenti: inclusione sociale di migranti e rifugiati, sviluppo di nuovi posti di lavoro, povertà urbana e transizione energetica. Questo progetto è co-finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale tramite l’Iniziativa Azioni Urbane Innovative, che ha destinato un finanziamento di 5 milioni di euro per la sua realizzazione. In questo contesto il Comune di Bologna (Area Quartieri e Nuove cittadinanze, Ufficio Relazioni e Progetti internazionali, Edilizia e Patrimonio) è il coordinatore del progetto, ideato e realizzato insieme a 16 partner tra cui ASP Città di Bologna, che attraverso l’Agenzia per l’abitare dei Servizi abitativi collabora con gli altri partner nella costruzione della comunità degli abitanti. Salus Space: nascita del progetto e rapporto con la comunità circostante L’area e gli immobili dell’ex clinica privata Villa Salus, che versavano in uno stato di degrado e abbandono da anni, sono stati riconvertiti per dare spazio ad un nuovo progetto basato su un modello di integrazione ed accoglienza destinato a fare la storia non solo a Bologna, ma anche su scala nazionale ed internazionale. L’intervento si caratterizza come cantiere per l’innovazione sociale, attraverso un processo di progettazione partecipata ed una forte impronta di Welfare generativo e interculturale. A tal fine si deciso di recuperare il toponimo originale “Salus” ovvero Salute, nel senso di “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto come assenza di malattia” come definito direttamente dall’OMS. Il progetto Salus Space si rivolge perciò in generale alla città di Bologna e in particolare ai diversi target di ospiti previsti per la residenzialità temporanea nella struttura. All’interno di Salus Space è previsto che saranno ospitate un numero massimo di circa 80 persone, tra le quali famiglie in transizione abitativa, rifugiati o richiedenti asilo. Ma non è tutto. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di luoghi ricreativi come: bar, laboratori, teatro, centro studi con il fine di ricreare una vera e propria comunità all’interno della città di Bologna. L’intero processo di realizzazione di Salus Space viene valutato e sottoposto ad attività di monitoraggio/valutazione condivisa con tutti gli attori del processo, compresi quindi anche i cittadini. Non a caso il ruolo degli abitanti del territorio rimarrà centrale attraverso forme di organizzazione che saranno oggetto di studio e di verifica, dall’associazione di promozione sociale all’impresa sociale di comunità. Il progetto, nella sua interezza, è così accompagnato da una forte campagna di comunicazione rivolta alla città: una comunicazione partecipata, che vede coinvolti sia i partner del progetto ma anche la comunità di abitanti del territorio. Gli obiettivi del progetto Salus Space L’obiettivo generale di questo progetto, della durata di 3 anni, è l’inserimento nel contesto locale di un centro di ospitalità, lavoro, welfare interculturale e benessere in senso lato: Salus Space, appunto. L’obiettivo finale è invece quello di creare un polo di servizi di prossimità, che avrà il suo culmine con l’inaugurazione dell’edificio polifunzionale in cui saranno ospitati il ristorante multietnico, i laboratori artistici e artigianali e il teatro. In questa fase saranno raccolti i risultati della sperimentazione e verrà avviata la gestione vera e propria, che si concretizzerà attraverso una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento di servizi. Il modello Salus Space da replicare su scala nazionale ed europea Il progetto di Salus Space vuole definire un modello innovativo di accoglienza e integrazione che sia replicabile ed esportabile in altre città italiane e contesti europei. Per questo motivo deve affrontare la sfida della sostenibilità economica e della gestione pubblica-privata, con un ruolo attivo degli abitanti del territorio. In questa fase di sperimentazione verranno avviate le attività nella palazzina storica e all’interno dei fabbricati temporanei, progettati insieme ai partner per ospitare in modo funzionale ed integrato i nuovi servizi. Sarà proprio durante questa delicata fase che verrà costituito il primo nucleo di abitanti degli appartamenti disponibili nella nuova palazzina e saranno avviate iniziative sociali e culturali insieme ai cittadini per rendere Salus Space un luogo vivo e attrattivo. Salus Space è destinato a far parlare ancora molto di sé e noi non mancheremo di aggiornarvi attraverso articoli e post sui social con le ultime novità. Non perdetevi dunque le notizie legate a questo progetto nelle prossime settimane Pubblicato il 19 febbraio 2021
La mostra riapre al pubblico dal lunedì al venerdì solo su prenotazione, in ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14.01.2021 dal 2 febbraio 2021 e fino al permanere della Regione Emilia-Romagna in zona gialla, salvo ulteriori disposizioni governative. Le visite saranno sempre guidate da Giuseppe Parenti, curatore della mostra. Un colorato teatro di figure per raccontare la storia del rapporto tra Bologna e il suo territorio con l’acqua. Con le parole di Simona Cavallini, responsabile Servizi Abititivi di ASP: Questo progetto che oggi si concretizza, dimostra che i luoghi per essere amati e apprezzati vanno vissuti, curati e impreziositi da esperienze particolari come questa, dove l’arte e la cultura ma soprattutto la storia della nostra città, entrano in una struttura come quella di Roncaglio che accoglie nuclei in emergenza abitativa e si intreccia con i loro vissuti difficili La sezione Vie d’acqua della mostra ospita un’esposizione di reperti dal Canale Navile, a cura dell’Associazione Salviamo il Navile. Per informazioni e prenotazioni: 3336917884 anche whatsapp– Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. document.getElementById('cloakf333f78bb6553732c326f265504d17c6').innerHTML = ''; var prefix = 'ma' + 'il' + 'to'; var path = 'hr' + 'ef' + '='; var addyf333f78bb6553732c326f265504d17c6 = 'info' + '@'; addyf333f78bb6553732c326f265504d17c6 = addyf333f78bb6553732c326f265504d17c6 + 'bolognartecitta' + '.' + 'it'; var addy_textf333f78bb6553732c326f265504d17c6 = 'info' + '@' + 'bolognartecitta' + '.' + 'it';document.getElementById('cloakf333f78bb6553732c326f265504d17c6').innerHTML += ''+addy_textf333f78bb6553732c326f265504d17c6+''; Scarica la locandina Pubblicato il 4 febbraio 2021
Salus Space: un luogo per sperimentare benessere, inclusione, welfare. Due gli appuntamenti aperti alla città per dare il benvenuto a Salus Space. Mercoledì 27 gennaio ore 15 -18: Il progetto, la sua storia e il suo percorso online su Zoom e in streaming sul canale Youtube di Salus Space Venerdì 29 gennaio ore 12: lnaugurazione - trasmessa in diretta sui canali Facebook e Youtube di Salus Space Interverranno: Virginio Merola, Sindaco di Bologna Elly Schlein, Vice Presidente Regione Emilia-Romagna Marzia Benassi, Presidente Quartiere Savena Antonio Parenti, Capo rappresentanza della Commissione Europea in Italia Leggi il programma completo Leggi l'articolo dedicato sul sito saluspace.eu L’obiettivo del progetto è sperimentare uno spazio di convivenza collaborativa in cui l’inclusione sociale dei migranti e dei rifugiati si coniughi con una visione di welfare interculturale e di cittadinanza attiva. La comunità sarà composta secondo criteri di mix sociale, sostenibilità e motivazione; sarà mista per età, origini e status sociale, composta da migranti e rifugiati, persone singole e nuclei familiari, studenti, lavoratori. E' stato avviato un avviso pubblico per costituire il primo nucleo di abitanti che si riconoscono nei valori del progetto (espressi nella Carta dei Valori e nelle Regole di Convivenza) e che sono disposti a diventare parte attiva di una comunità collaborativa che avrà a disposizione oltre agli spazi abitativi anche degli spazi comuni, per rispondere alle esigenze che saranno espresse dalla comunità stessa. Salus Space apre al Quartiere e alla città numerosi servizi collaborativi: orti condivisi, uno spazio di coworking, un punto ristoro, una sala convegni, un laboratorio teatrale, un laboratorio artigianale e tanto altro ancora. Pubblicato il 19.01.2021
La Piccola Carovana è una cooperativa sociale, con sede a Crevalcore, che svolge servizi anche sul territorio di Bologna. In particolare, per conto di ASP, gestisce alcuni servizi educativi tra cui la struttura abitativa Il Pallone, sulla quale ci vogliamo concentrare proprio in questo articolo. La trasformazione de “Il Pallone” in struttura di accoglienza Il Pallone consiste ora in una struttura d’accoglienza anche se in realtà non ha sempre avuto questa veste. Infatti, fino al 30 giugno 2020 Il Pallone era un vero e proprio albergo, e sviluppava un progetto particolare: al suo interno ospitava sia turisti che soggetti in situazione di difficoltà abitativa, inviati dai servizi sociali Il lockdown però ha cambiato le carte in tavolae Il Pallone ha dovuto chiudere le proprie porte agli ospiti commerciali, rimanendo attivo però come struttura di accoglienza per le persone in emergenza abitativa. Organizzazione della struttura di accoglienza Durante il periodo del lockdown ma anche nei mesi successivi, l’emergenza sanitaria ha portato ad un’iniziale calo, fino alla toltale assenza di prenotazioni commerciali. Di conseguenza I gestiori, in collaborazione con ASP, si sono resi conto che Il Pallone non era più fruibile e agibile in qualità di albergo, ma poteva continuare a dare ancora più risposta ai bisogni abitativi del territorio bolognese. Perciò, dal primo di luglio, Il Pallone ha mantenuto la sua funzione originaria simile ad un ostello, dedicandosi esclusivamente all’accoglienza di persone che si trovano momentaneamente prive di alloggio a causa di sfratti o allontanamenti dai contesti familiari per maltrattamenti, oppure a singoli adulti in condizioni sanitarie precarie che non trovano accolgienza nelle strutture della grave emarginazione adulta. Il Pallone ha una capienza di circa 60 posti e al suo interno lavorano diversi professionisti tra cui educatori che supportano i percorsi individuali insieme ai servizi sociali territoriali. Mediamente il tempo di permanenza all’interno della struttura è di circa 4 mesi. E’ prevista la presenza di un’equipe multidisciplinare (pedagogista, coordinatore del servizio, educatore professionale, assistente sociale) in grado di raccogliere i bisogni e le risorse. Attraverso un’attenta osservazione gli educatori affiancano quel determinato nucleo e/o ospite, nella costruzione di un progetto di autonomia, supportandolo nella ricerca di lavoro, abitazione.. La struttura non è provvista di cucina, ma è comunque attrezzata per consumare i pasti al suo interno. Attività e laboratori all’interno della struttura Il Pallone non è solo una semplice struttura di accoglienza, bensì un luogo in cui è possibile svolgere diverse attività di laboratorio, specialmente dedicate ai minori. Questo perché la maggior parte degli ospiti dentro alla struttura sono proprio loro, i bambini. Il Pallone si è attrezzato a dovere, fornendo aiuto ai nuclei familiari, anche grazie al support prezioso della pedagogista, che collabora con l’equipe degli educatori, e li aiuta due volte a settimana nell’organizzazione di attività tra cui: momenti di gioco, laboratori creativi, giornata del cinema con proiezione film e tanto altro. Anche in questo periodo di distanziamento fisico gli operatori stanno comunque cercando di fare un ulteriore sforzo per dedicare momenti di svago ai bambini, sempre nel rispetto delle norme e prendendo tutte le precauzioni del caso, prediligendo infatti le attività all’aperto e a distanza. Nelle prossime settimane racconteremo altre strutture d’accoglienza, evidenziando altre attività e laboratori che vengono messi a disposizione dagli operatori ed educatori per coinvolgere le persone in difficoltà. Pubblicato il 27 ottobre 2020
Riprendono le attività gratuite e aperte a tutti/e negli spazi di Beverara 129. Lunedì 12 ottobre comincia il corso di italiano di alfabetizzazione, si svolgerà le mattine dalle ore 9.30 alle ore 11.30 nei giorno di lunedì e martedì da ottibre a dicembre 2020. Dal 16 ottobre riprendono gli incontri del venerdì pomeriggio Ci vediamo per un tè per confrontarsi tra donne su argomenti diversi e condividere un te' insieme. Dal 19 ottobre riprendono i corsi di corso di taglio e cucito, sartoria e recupero. I corsi hanno come obiettivo quello di dare gli strumenti per riparare e ricreare i propri abiti e accessori. Corsi in cui la creatività si coniuga con l'acquisizione di nozioni base di cucito e nell'utilizzo della macchina da cucire: per imparare divertendosi. Per informazioni ed iscrizioni: tel. Cristiana 3477866846. Leggi il programma del Corso di Italiano e di Sartoria. Pubblicato il 9.10.2020
In uno degli ultimi articoli avevamo illustrato i Servizi abitativi di ASP Città di Bologna, di cosa si occupano in generale e a chi si rivolgono. Oggi vogliamo continuare su questo percorso, andando più nello specifico e parlandovi di un’altra figura che svolge il proprio lavoro all'interno dei servizi abitativi: il pedagogista. Vi illustreremo qual è il suo ruolo e in che contesto lavora tutti i giorni, spiegandovi anche quali persone segue quotidianamente. Come funziona il ruolo di pedagogista Il pedagogista dei servizi abitativi è una figura trasversale, nel senso che si occupa sia dei servizi di pronta accoglienza che di transizione abitativa per le famiglie che chiedono un supporto. La differenza sostanziale è che i servizi di pronta accoglienza entrano in gioco quando vi sono famiglie che ne necessitano alla prima segnalazione (ad esempio per una famiglia che subisce lo sfratto e viene momentaneamente collocata in albergo). I servizi di transizione invece si attivano quando le famiglie possono garantire alcuni requisiti e un’autonomia maggiore (ad esempio un lavoro). Quello di pedagogista è dunque un ruolo variegato, dato che fornisce anche un supporto alle equipes educative. Questo accade ad esempio laddove ci sono situazioni di fragilità (presenza di un minore o problemi di genitorialità), in questi casi viene chiesto il supporto del pedagogista per individuare che tipo di difficoltà esiste e capire come supportare la famiglia in questione. Ècosì quindi che nascono progetti di supporto per creare diverse opportunità atte a risolvere le situazioni problematiche per le famiglie. Ma c’è anche un importante lavoro di rete con i servizi sociali territoriali di riferimento con i quali i pedagogisti partecipano ai tavoli di quartiere per portare le istanze e capire se si possono creare sinergie con ciò che già esiste, così da creare nuove opportunità per il futuro. Fasce più bisognose e utenza media In generale i pedagogisti hanno a che fare con alcune fasce molto bisognose di famiglie che presentano caratteristiche comuni. Vediamo quali : - Le famiglie in questione sono quasi sempre numerose (almeno 2 figli , ma spesso anche 3-4). Sono quindi dei veri e propri nuclei familiari complessi. - Le famiglie sono quasi tutte immigrate (i Paesi di provenienza maggiore sono il Marocco, il Bangladesh, la Romania, il Pakistan e il Kosovo). Solo due famiglie su tre strutture sono italiane - Le famiglie hanno spesso avuto eventi sfortunati nella vita (sfratti, perdita del lavoro su tutti) In questo contesto per nulla semplice, si aggiunge anche la difficoltà delle situazioni più gravi , ovvero quelle in cui ci sono bambini in carico alla neuropsichiatria, o in cui i bambini piccoli non frequentano i servizi educativi (come asili nido e scuole di infanzia), o ancora quando la frequenza scolastica è molto irregolare e saltuaria. In questi casi il ruolo del pedagogista è ancora più delicato, perché bisogna cercare di venire incontro a queste famiglie ponderando bene le situazioni e far capire ai genitori che dei pedagogisti ci si può fidare e che tutto il supporto che viene fornito è per il bene loro e dei propri figli. Caratteristiche delle strutture Le strutture nelle quali vengono accolte le famiglie sono tutte diverse, in particolare si distinguono 3 differenti strutture: una nel quartiere Navile e due nel quartiere San Donato. Nella struttura del quartiere Navile ad esempio ci sono 24 appartamenti e per ogni appartamento possono vivere fino a 2 famiglie, che hanno a disposizione due stanze private, ma che convivono anche con spazi in condivisione. Una delle due strutture nel quartiere San Donato invece non prevede la condivisione di spazi comuni tranne il giardino; mentre la seconda struttura è un ex ostello e presenta soltanto stanze. Le famiglie che alloggiano al suo interno hanno a disposizione la stanza in cui dormono, mentre il bagno e la cucina sono in comune, con tempistiche di prenotazione per cucinare. Quest’ultima struttura è l’unica delle tre con una copertura degli operatori H24, all’interno della quale vengono indirizzati nuclei con maggiori fragilità. Mentre nelle altre due strutture non c’è copertura H24, anche se gli educatori e i pedagogisti sono presenti e pronti ad intervenire qualora ce ne fosse particolare bisogno. Questo è solo il primo di una serie di altri articoli che verranno pubblicati in seguito, riguardanti più nello specifico il ruolo di pedagogisti e le attività che essi fanno svolgere alle famiglie dei servizi abitativi. Pubblicato il 4 agosto 2020
Tra i diversi servizi alla persona di ASP Città di Bologna ce n’è uno in particolare che fa riferimento al tema della casa. Stiamo parlando dei Servizi Abitativi, una tipologia di servizio che ha cominciato a svilupparsi circa cinque anni e mezzo fa sul territorio bolognese. In questo articolo vogliamo illustrare in maniera dettagliata che cosa si intende per Servizi Abitativi, a chi si rivolgono e come operano. Cosa sono i Servizi Abitativi e quando si sono formati a Bologna Come accennato poc’anzi, i Servizi Abitativi rientrano nella sfera degli interventi inerenti la casa e le abitazioni, in tutte le loro sfaccettature, forme e possibilità: dall’emergenza più conclamata alle informazioni più banali a chi cerca di orientarsi in un contesto non semplice. Nel corso degli anni questo Servizio si è sviluppato sempre di più e, oltre a fornire un aiuto concreto alle fasce più deboli, lo fornisce anche a chi non appartiene a queste fasce, ma rischia di caderci . Tra queste persone con un quadro di vita non certo idilliaco, ad esempio, rientrano: coloro che presentano assenza di alloggi, le famiglie molto numerose e coloro che sentono fortemente la mancanza di soldi. A chi si rivolgono i Servizi Abitativi I Servizi Abitativi si rivolgono in sostanza ad una fascia di persone che presenta già numerose fragilità. Ma tra questi ci sono anche nuove categorie di persone che ultimamente stanno avendo non poche difficoltà. Parliamo ad esempio dei lavoratori fuori sede, dai quali proviene una domanda sempre più incessante, e che spesso devono ricorrere all'albergo o altre situazioni poco confortevoli pur di avere un tetto sotto al quale vivere. Ci stiamo rendendo conto infatti che l’aumento del turismo, nonostante tutti gli effetti positivi che ha sulla città, porta con sé anche un difetto: ha ampliato la platea di persone in cerca di sistemazione a causa della mancanza di alloggi sul libero mercato. Ma c’è anche un’altra delicata fascia di persone su cui si accentua la nostra preoccupazione: quella dei nuclei monogenitoriali, ovvero formati da un solo genitore (spesso solo la madre). Questo nucleo rappresenta una preoccupazione per una semplice ragione. Si tratta di una composizione famigliare che non può arrivare ad avere due stipendi alla fine del mese e che, di conseguenza, difficilmente riesce a provvedere a uno o più figli, specie senza un tetto sopra la testa. Come operano i Servizi Abitativi I Servizi Abitativi si occupano dunque di progetti di autonomia abitativa nei tempi previsti per l’accoglienza. Nello specifico, le risorse alloggiative a disposizione si distinguono in due diverse categorie: transizione abitativa e pronta accoglienza. - Transizione abitativa: in questo caso le soluzioni alloggiative sono di diversa tipologia, così come è diversa anche l’intensità di accompagnamento educativo. Il servizio è rivolto alle seguenti fasce di persone: singoli adulti o nuclei dimoranti in alloggi gravati da ordinanze di sgombero; dimoranti in spazi procurati in urgenza e temporaneamente dai servizi sociali; dimoranti in spazi impropriamente adibiti ad abitazione. L'accesso all’alloggio viene valutato dall’ équipe casa attraverso l’utilizzo di appositi strumenti valutativi. - Pronta accoglienza: il servizio di Pronta accoglienza, invece, ha come obiettivo la messa in protezione di nuclei familiari con minori, anche momentaneamente presenti sul territorio di Bologna. Questo per evitare situazioni di pericolosità e necessità di permanenze in strutture alberghiere. L’istruttoria per l’accesso è avviata dal Pronto Intervento Sociale che monitora insieme ad ASP il percorso ed avvia quando è possibile, sempre insieme ad ASP, percorsi di riavvicinamento ai servizi dei comuni di provenienza. Tema delicato e difficile quello della casa e di come intervenire per garantire una opportunità per i più fragili. Non perdetevi dunque i successivi articoli perché daremo ulteriori informazioni in merito e con novità e storie inedite! Pubblicato il 14 luglio 2020
Grazie all'idea di un gruppo di mamme, è stato attivato presso il condominio solidale “Battiferro” in Via della Beverara 129, uno spazio di auto-mutuo aiuto dove ci si può incontrare e darsi reciprocamente supporto e sostegno. Il gruppo è composto da una quindicina di mamme e da oltre trenta bambini, è coordinato da una pedagogista e da un’educatrice della Coop. Sociale Open Group. Il percorso ha una durata di 10 incontri, svolti con cadenza settimanale, durante i quali le mamme saranno guidate nell'esplorazione di se stesse e nella gestione della relazione con i loro bambini. Hanno aderito a questo progetto diverse associazione che da diversi anni lavorano sul territorio: AICIS (Associazione di Counseling Integrato e Sostegno di Bologna), Cooperativa Senza il Banco e CVL (Coordinamento Volontariato Lame). La struttura residenziale “Battiferro” è dedicata ai servizi abitativi di ASP e negli ultimi anni si è trasformata diventando un luogo aperto al quartiere, alle associazioni del territorio e a tutti i cittadini. Laboratori per ragazzi, corsi di italiano, di alfabetizzazione digitale e di informatica, un corso di sartoria e di giardinaggio urbano sono alcune delle attività in partenza per questo nuovo anno. Pubblicato il 21 Aprile 2020 Tratto da ASPNEWS_1_2020
Dal 6 febbraio, grazie all’idea di un gruppo di donne e mamme, presso il complesso residenziale “Battiferro” in Via della Beverara 129, struttura gestita dalla Coop. Sociale Open Group all’interno del Consorzio Arcolaio per conto di ASP Città di Bologna, è stato attivato uno spazio di auto-mutuo aiuto dove queste persone possono trovare e darsi reciprocamente supporto nei diversi bisogni da loro avvertiti. Il gruppo, composto da una quindicina di mamme e da oltre trenta bambini, è coordinato da una pedagogista e da un’educatrice della Coop. Sociale Open Group. Il percorso ha una durata di 10 incontri, svolti con cadenza settimanale, durante i quali le mamme saranno guidate nell’esplorazione di se stesse e nella gestione della relazione con i loro bambini. Hanno aderito a questo progetto diverse associazione che da anni lavorano sul territorio: AICIS (Associazione di Counseling Integrato e Sostegno di Bologna), Cooperativa Senza il Banco e CVL. Vedi la notizia completa... http://www.opengroup.eu/a-battiferro-uno-spazio-per-mamme-e-bimbi/
Il prossimo evento del Think Tank di Salus Space si svolgerà il prossimo giovedì 13 febbraio dalle ore 15:30 alle ore 17:30 presso il DAMSLab, in Piazzetta Pasolini. Il titolo di questo seminario è GLI SPAZI DELL’ABITARE COMUNE . Intervengono Marco Guerzoni Comune di Bologna, politiche abitative, programmazione e gestione dei servizi per l’abitare Carlo Monti Professore del Dipartimento di Ingegneria Civile e di Architettura dell’Università di Bologna Elena Vincenzi Weg Studio e Architetti di strada Introduce Roberta Paltrinieri Responsabile Scientifico DAMSLab-Dipartimento delle Arti Università di Bologna e partner del progetto Salus Space Pubblicato il 6 febbraio 2020
Lunedì 10 Febbraio dalle ore 10,00 alle 12.00 presso il condominio solidale Beverara 129 in Via della Beverara n. 129, inizia il 5° corso di alfabetizzazione in lingua italiana gratuito per persone straniere. Beverara 129” è uno spazio di ASP Bologna, sottostante ad una serie di appartamenti destinati a famiglie in emergenza abitativa. Lo spazio è co-gestito sulla base di una progettazione condivisa con il Quartiere Navile e che vede la collaborazione di diverse associazioni.
Nuova iniziativa nel condominio solidale alla Beverara Ci vediamo per un tè.. Dal 24 gennaio, al Centro Beverara 129, tutti i venerdì dalle ore 14.00 alle ore 17.00, si terranno incontri di socializzazione e condivisione per donne e madri. Durante i vari appuntamenti verranno discussi temi come: il cibo, essere madre e donna nella società italiana, la cura della famiglia e dei figli. Vedi volantino