Il fenomeno dell’emergenza abitativa è rappresentato dalle persone che, a causa della crisi economica, non riescono più a farsi carico delle spese di conduzione di un alloggio, e da chi si trova in una situazione di povertà più complessa e strutturale, che richiede interventi multidisciplinari oltre a quelli di sostegno al reddito. Questi oltre 4 anni di esperienza del Servizio Transizione abitativa ci hanno insegnato che bisogna da subito capire quali sono le condizioni che hanno generato l’emergenza, perché sono proprio quelle condizioni a dover essere cambiate e migliorare, per risolvere la situazione. Spesso, questo richiede un vero cambiamento nello stile di vita.
ASP dispone di strutture per la pronta accoglienza (per 64 nuclei familiari) e alloggi condominiali e non condominiali per la transizione abitativa (per 223 nuclei familiari). La funzione dell’accompagnamento educativo è sempre centrale e riguarda vari ambiti: la capacità di gestione di un alloggio e di gestione economica; lavoro, formazione e istruzione, perché senza reddito non può esistere autonomia e perché sono ancora troppi gli adulti analfabeti e i minori che non frequentano regolarmente la scuola; salute e cibo, che spesso vengono messi all’ultimo posto nelle priorità, quando invece hanno una certa importanza; relazioni sociali e inserimento nella comunità, perché l’isolamento accomuna la maggior parte delle famiglie in emergenza abitativa, soprattutto quelle straniere.
Oltre a questo, esiste l’Agenzia per l’abitare, che monitora il libero mercato oltre che le risorse possibili e accessibili, orientando chi fatica a reperire un alloggio: un problema generalizzato, che riguarda i nuclei in carico ai servizi, ma anche giovani lavoratori fuori sede o nuclei monogenitoriali. È pensando a loro che siamo chiamati ad agire su due livelli. Il primo è politico-economico e punta su diversi elementi: riduzione delle spese per chi affitta a famiglie, favorendo l’applicazione di canoni a basso costo; aumento delle tasse e regolamentazione degli affitti turistici; incentivi per la riqualificazione di immobili pubblici e privati da destinare al mercato; promozione dell’autonomia economica, evitando i sussidi a fondo perduto. Il secondo livello è etico-sociale: bisogna sensibilizzare al problema degli affitti negati agli stranieri e creare al contempo un contesto di fiducia verso i proprietari di immobili, anche offrendo loro garanzie diverse. A tal fine occorre costituire una rete fra enti pubblici, privati e del privato sociale, mettendo in sinergia le specifiche competenze, sotto la regia dell’Agenzia per l’abitare.
Tratto da ASPNEWS 1/2019 - Scarica il pdf ASP NEWS 1 2019