Domiciliarità

Il Centro di Incontro Margherita nasce con l’obiettivo di accompagnare e sostenere le persone con deterioramento cognitivo e chi si prende cura di loro, attraverso la condivisione di spazi e tempi, con una modalità di accoglienza e di ascolto dei vissuti e dei bisogni soggettivi. La temporanea sospensione delle attività negli ultimi 14 mesi ha posto una sfida senza precedenti ai frequentatori del Centro e alla sua équipe professionale: riuscire ad “incontrarsi” pur rimanendo a casa. Obiettivo non semplice da perseguire visto l’uso non ancora particolarmente diffuso delle tecnologie e degli strumenti digitali per incontrarsi “da remoto” nelle persone più anziane che ne fanno parte. Attraverso videochiamate è stato possibile dare continuità al lavoro svolto in presenza, di raccolta e di risposta dei bisogni espressi. Sono state infatti predisposte semplici dispense con esercizi per continuare a stimolare le funzioni cognitive e dei kit di materiali da inviare al domicilio per proseguire nelle attività espressive. Sono continuati i colloqui di supporto psicologico ai caregiver, anche in modalità a distanza. Lo scambio fra i partecipanti è stato messo a punto attraverso la realizzazione di un “giornalino” in cui raccogliere le esperienze, le opinioni e le idee di chi fa parte del Centro di Incontro. Finalmente, con l’arrivo della primavera, abbiamo ricominciato a “vederci..faccia a faccia”, protetti dalla immancabile mascherina. Vengono riprese e proposte: attività laboratoriali artistico-espressive, gruppi di discussione, gruppi per il supporto dei caregiver, stimolazione cognitiva, gruppo di poesia, OliTango (progetto di tango-riabilitazione), musico-terapia e laboratorio di Virtual Reality, sempre nel rispetto delle disposizioni sanitarie previste e con la speranza di poter continuare a creare contesti di condivisione e scoperta dei propri talenti, attraverso attività e laboratori sempre diversi. Nonostante questi mesi di distanza, il rientro in presenza ci mostra, quotidianamente, come il filo rosso che lega tutti coloro che fanno parte del Centro di Incontro Margherita non si è mai spezzato. Inoltre con l’obiettivo di dare supporto ai caregiver e alle persone affette da deterioramento cognitivo attraverso la realizzazione di attività di inclusione e socialità, dal 1 giugno è partito, con il sostegno e il finanziamento del Distretto socio sanitario di AUSLed in collegamento con i servizi sociali territoriali, il “Progetto Ponte” finalizzato a promuovere una ripartenza della vita di relazione e uscita dall’isolamento attraverso interventi specifici orientati alla “socializzazione”; un affiancamento del caregiver nella comprensione, accettazione e gestione dei sintomi comportamentali attraverso il passaggio di strategie, di tecniche relazionali e di attività; stimoli nuovi nei contesti di vita e attività da realizzare presso il domicilio. a cura di Paola Mascagni - Responsabile Centro di Incontro Magherita Tratto da ASP NEWS 2-2021
Dal primo marzo 2021 entra nel vivo il progetto a supporto dei caregiver familiari: orientamento, formazione e assistenza per chi si prende cura dei familiari non autosufficienti. Leggi la Scheda dei Servizi di supporto ai caregiver La figura del caregiver familiare è definita da una legge della Regione Emilia-Romagna: è la persona che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di una persona cara consenziente, in condizioni di non autosufficienza. Questa figura ha bisogno di trovare sostegno attraverso politiche pubbliche: il Comune ha deciso di finanziare con un milione di euro il progetto, condividendone pratiche e obiettivi con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. Nella seduta del 16 febbraio 2021, la Giunta ha approvato la delibera che contiene le linee guida del progetto caregiver. Leggi la delibera sul supporto ai caregiver Sportello telefonico Dal primo marzo 2021, attraverso il risponditore automatico del numero unico degli sportelli sociali, si potrà selezionare il progetto caregiver per avere informazioni e orientamento sulle modalità di accesso alle prestazioni sociali, socio-sanitarie e sanitarie e sulle diverse opportunità e risorse, che possono essere di sostegno all’assistenza e alla cura o che possono essere di aiuto e supporto al caregiver stesso: dall’orientamento ai servizi sociali e socio-sanitari, pubblici o gestiti da altri soggetti; alle informazioni sull’incrocio domanda e offerta per le assistenti familiari; ai bandi e contributi esistenti; a tutte le informazioni sulle attività e risorse offerte dalle associazioni attive sul territorio. Sempre attraverso lo sportello telefonico si potrà essere orientati sulle pratiche Inps, si potrà avere supporto per ottenere le credenziali Spid, per l’ISEE e per altre pratiche di natura burocratica. Sempre dal primo marzo sarà attivo anche il modulo online per il riconoscimento del caregiver in base alle linee guida regionali, un passaggio fondamentale per la valorizzazione di questa funzione svolta da sempre più persone nella nostra città e per il riconoscimento dei suoi diritti. Interventi a supporto del caregiver A chi sarà riconosciuto come caregiver verrà offerta una serie di interventi gratuiti per offrire supporto e sollievo quando non ha la possibilità di prendersi cura della persona cara. Gli interventi possono essere attivati, ad esempio, in caso di assenza del caregiver per malattia, cure e terapie, in caso di quarantena, durante le ferie o in caso di assenza per altri impegni personali o familiari. Gli interventi saranno operati dai professionisti del consorzio Aldebaran nell’ambito del contratto di servizio tra Comune e ASP Città di Bologna, e prevedono sette prestazioni: cinque interventi domiciliari di cura della persona o di supporto educativo (a seconda dei bisogni dell'assistito), un intervento di consulenza relazionale, cioè di supporto emotivo o psicologico sulla gestione della fragilità familiare, un intervento di consulenza sulla movimentazione della persona assistita e l'adattamento dell'ambiente domestico ai suoi bisogni, svolto da un fisioterapista. Il progetto sarà oggetto di un monitoraggio semestrale che l’Amministrazione comunale realizzerà con le organizzazioni sindacali e la rete delle associazioni. Nei prossimi mesi verrà ulteriormente implementato attraverso opportunità che riguardano le consulenze sulle demenze, il trasporto delle persone assistite, le piccole manutenzioni domestiche e altre attività svolte anche in collaborazione con Asp e le associazioni di volontariato. Fonte: Comunicati stampa - Comune di Bologna Pubblicato il 24 febbraio 2021
Qualche settimana fa avevamo introdotto il tema dei servizi per la domiciliarità attraverso una panoramica generale, anche per capire nel concreto a quale tipologia di utenti si rivolgono questi particolari servizi. Oggi, però, ci addentriamo all’interno di un’altra dinamica che riguarda i serviziper la domiciliarità, ovvero come vengono percepiti dalla comunità bolognese e quindi dalla collettività. La vita dei servizi alla domiciliarità in tempo di pandemia Innanzitutto, però, vogliamo porre l’accento su come i servizi alla domiciliarità stia riuscendo a convivere con l’emergenza Covid che persiste da più di un anno ormai. Nello specifico, i servizi in questione ha risentito parecchio dell’emergenza soprattutto all’inizio, a marzo 2020, quando il timore prendeva il sopravvento e molte persone beneficiarie hanno preferito rinunciare ai servizi offerti alla domiciliarità per paura del contagio. Col passare dei mesi, fortunatamente, la paura è piano piano rientrata e i problemi da questo punto di vista si sono notevolmente ridotti. Ciò che filtra in questo momento è la percezione di una maggiore sicurezza, dettata dal fatto di essere riusciti a convivere con il virus, anche se una categoria di persone ne ha risentito in maniera più accentuata. Parliamo di coloro che stavano chiedendo assistenza un anno fa e, per paura di contrarre il Covid, si sono chiusi in casa, rimanendo isolati dalle persone e dalla vita sociale. Percezione dei servizi alla domiciliarità da parte della collettività Insieme a Maurizio Maccaferri, responsabile dei Servizi Sociali per la Domiciliarità, abbiamo anche affrontato il tema di come i servizi alla domiciliarità siano percepiti dalla collettività e sono emerse alcune considerazioni interessanti. Su tutte il fatto che al giorno d’oggi la collettività è molto più incentrata sui giovani e giovanissimi, piuttosto che sugli anziani, e dunque i servizi alla domiciliarità che si occupano proprio di garantire assistenza domiciliare alle persone anziane non sempre viene percepito come qualcosa di importante perché solo chi vive l'anzianità direttamente o per vicinanza coi propri genitori ormai invecchiati ha contezza dei reali bisogni. Ciò nonostante, i bolognesi hanno comunque una buona cultura dei servizi e sanno bene quanto essi siano importanti per alcune categorie di persone, specie quelle più fragili, per cui la cosa più importante in questo senso è fornire un orientamento specifico ai cittadini, in modo tale da poter fornire loro tutti gli strumenti utili a comprendere l’utilità di questi servizi necessari a molte persone anziane. Non perdete i prossimi aggiornamenti in materia di domiciliarità, continueremo l'informazione con articoli e news Pubblicato il 26 febbraio 2021
Lo scorso 29 gennaio l’Amministratrice unica ha deliberato l’adesione di ASP Città di Bologna all’avviso per la costituzione di un albo di agenzie per il lavoro, per la somministrazione di assistenti familiari per i cittadini di tutti i distretti aderenti all’avviso. ASC Insieme, distretto di Casalecchio, è l'ente capofila. Sul loro sito a questo link maggiori informazioni e modulo per la domanda. Pubblicato l'11 febbraio 2021
Tra i servizi messi in campo da ASP Città di Bologna, ce ne sono alcuni sui quali non abbiamo ancora sviluppato approfondimenti dedicati: parliamo dei Servizi Sociali per la domiciliarità. Abbiamo colto così la palla al balzo e ne abbiamo discusso insieme al responsabile dei Servizi Sociali per la domiciliarità, Maurizio Maccaferri, e, in questo primo articolo andremo ad analizzare nel concreto il ruolo di questi Servizi e a quali persone sono rivolti. Il ruolo dei Servizi Sociali per la domiciliarità nel panorama di ASP Prima di tutto, va detto che il sistema dei Servizi Sociali alla domiciliarità è composto da professionisti assistenti sociali e responsabili delle attività assistenziali, che si occupano della valutazione dei bisogni e della definizione con l’utente e/o i familiari segnalati degli interventi socio-sanitari adatti alle condizioni della persona assistita. Così facendo si va ad instaurare sia una relazione di prossimità sia con l’assistito sia con il caregiver, al fine di garantire supporto alla domiciliarità. Gli interventi socio-sanitari che vengono messi a disposizione nel concreto sono i seguenti: - Assistenza domiciliare e servizi connessi - Centro diurno - Ricovero residenziale di sollievo - Assegni di cura L’ambito di questi servizi, dunque, è quello della non autosufficienza, tra i quali sussistono anche i servizi per anziani residenziali, che ASP gestisce direttamente. L’utente può accedere a tutti i servizi relativi alla domiciliarità del Comune di Bologna attraverso il servizio sociale territoriale o il servizio sociale ospedaliero. In questo modo viene preso in carico e viene effettuata una valutazione multidimensionale della persona in questione, tenendo conto di vari aspetti tra cui: autonomia residua, rete familiare e reddito ISEE. Anche se di solito sono i primi due fattori quelli più presenti nelle persone che hanno bisogno di aiuto in quest’ottica. L’obiettivo finale, perciò, è quello di riuscire a garantire assistenza alle persone offrendo il servizio a loro più congeniale, che può riguardare sia il fatto di fornire un servizio a domicilio adeguato, sia quello di contribuire economicamente per sostenere le persone che hanno in essere un regolare rapporto con un'assistente familiare. A chi si rivolgono i servizi alla domiciliarità: l’utente medio che viene coinvolto Quando si parla di servizi sociali alla domiciliarità, come accennato in precedenza, si fa riferimento alle persone non autosufficienti, in particolare a coloro che hanno superato il 65mo anno di età. Sono persone fragili, che vengono assistite perché non riescono a stare da soli in casa (il più delle volte a causa di una scarsa rete familiare alle loro spalle). Tra gli utenti che chiedono assistenza, ce ne sono molte che hanno sviluppato patologie psichiatriche, sintomi di demenza o percorsi di dipendenza da droghe o alcool in passato. Inoltre, solitamente, sono più le donne che richiedono questo tipo di supporto, rispetto agli uomini, questo anche a causa del generale andamento demografico. Non a caso, l’età media degli utenti si aggira sui 83-84 anni, con una spiccata prevalenza di persone italiane. Tra gli utenti dei Servizi Sociali alla domiciliarità vi sono anche persone di origine straniera, anche se ad oggi sono in numero esiguo. Non perdete i prossimi aggiornamenti in materia di servizi alla domiciliarità. Continueremo questo filone con nuovi spunti e tematiche nelle prossime settimane. Pubblicato il 5 febbraio 2021
Sabato 18 gennaio presso il Circolo Arci Il Casalone in via San Donato, 149 alle ore 10.30 si terrà l'evento pubblico di inaugurazione di Una Casa a San Donato . Partecipa, tra gli altri, l'Amministratrice unica di ASP Città di Bologna “Una Casa in San Donato” è un nuovo progetto della Fondazione Dopo di noi onlus, un appartamento in un normale condominio dove persone con disabilità grave potranno vivere stabilmente.Si tratta di un progetto innovativo che riprodurrà il più possibile un ambiente familiare: in questo appartamento giorno dopo giorno le persone coinvolte svilupperanno autonomie e autodeterminazione. ASP Città di Bologna, proprietaria dell'appartamento messo a disposizione, ha sostenuto il progetto fin dall'inizio. “Una casa in San Donato” è un sogno che diventa realtà grazie alla legge 112/2016 detta “dopo di noi” e in particolare grazie alle risorse per interventi strutturali che la Regione Emilia Romagna assegnate attraverso bando pubblico. La cittadinanza è invitata all'evento pubblico di inaugurazione, che da Il Casalone proseguirà con un corteo in musica verso la Casa. Leggi il programma delle giornata Per saperne di più: La conferenza stampa di presentazione del progetto Pubblicato il 14.01.2020
L'Amministratrice unica di ASP D.ssa Rosanna Favato ha partecipato alla Conferenza Stampa di presentazione del nuovo progetto Una casa in San Donato , confermando l'impegno e la disponibilità di ASP a collaborare per lo sviluppo di percorsi di vita indipendente, per il sostegno ai familiari e ai caregiver, a ulteriore conferma della preziosa collaborazione già in essere con la Fondazione Dopo di Noi. Nasce un nuovo progetto della Fondazione Dopo di Noi Bologna onlus “Una Casa in San Donato”, un appartamento in un normale condominio dove persone con disabilità grave, potranno vivere stabilmente. Si tratta di un progetto innovativo che riprodurrà il più possibile un ambiente familiare: in questo appartamento giorno dopo giorno le persone coinvolte svilupperanno autonomie e autodeterminazione. A sostegno del progetto partirà la campagna di raccolta fondi “Insieme realizziamo l’impossibile” guidata da un video dal titolo “Lo sguardo delle mamme” diretto da Antonio Saracino: nel filmato protagoniste sono le mamme e le loro speranze e preoccupazioni che guidano da sempre il lavoro della Fondazione Dopo di Noi. Attraverso gli occhi e le parole delle mamme di Valentina, Fabio, Barbara e Roberto è possibile capire le loro esigenze e le speranze che riversano per il futuro dei loro figli, così come accade a tutte le mamme e a tutti i genitori. Ad alternare i loro racconti alcuni dettagli di vita quotidiana dei loro figli che inevitabilmente crescono. Nonostante la condizione di disabilità è possibile però immaginare assieme a loro il grande progetto di autonomia che tutte sognano. “È un progetto importante e urgente. Quando la ristrutturazione di Casa in San Donato sarà finita i ragazzi coinvolti potranno iniziare una nuova vita e i loro genitori guarderanno con serenità al domani” dice Luca Marchi, direttore della Fondazione Dopo di Noi Bologna. “Da oggi anche i cittadini bolognesi potranno contribuire al nostro progetto, attraverso donazioni o un gesto semplice e gratuito come la scelta del 5x1000. L’obiettivo è raccogliere 100.000 euro che serviranno per l’arredo e per sostenere la gestione del servizio”. Il video, realizzato da Be Open, agenzia di comunicazione della Cooperativa sociale Open Group, sarà diffuso sui social network, per invitare a devolvere il 5x1000 alla Fondazione Dopo di Noi Bologna (codice fiscale: 91224340371). “Una casa in San Donato” è un sogno che diventerà realtà grazie alla legge 112/2016 detta “dopo di noi” e in particolare alle risorse per interventi strutturali che la Regione Emilia Romagna ha messo a disposizione attraverso un bando pubblico di cui si attende a giorni la delibera di approvazione. Confidiamo infatti di coprire i costi di ristrutturazione dell’appartamento grazie al contributo regionale, integrato da risorse dell’ASP Città di Bologna, proprietaria dell’immobile, e dalla donazione di materiali per finiture interne da parte di Leroy Merlin. La campagna “Insieme realizziamo l’impossibile” ha già coinvolto anche diversi privati fra cuil’Associazione Re Use with love, Federfarma Bologna, Fondazione Carisbo, Marchesini Group e Prime Home srl, che hanno già risposto all’appello di solidarietà lanciato dalla Fondazione. Link alla pagina del sito della Fondazione con il video: www.dopodinoi.org/5x1000 Link Youtube https://youtu.be/J4a4OAotxZQ Link Wetransfer https://wetransfer.com/downloads/dc13033b99d25efb1d5d3d6f455cfeb820190402081604/ced5168640998e0157f2f3602321f1e320190402081604/6aa3ae Comunicato stampa a cura di Lucia Alvisi c/o Fondazione Dopo di Noi Bologna onlus Pubblicato il 3 aprile 2019.
Si è svolta giovedì 12 luglio la seduta della Commissione Consiliare Sanità, politiche sociali, sport, politiche abitative del Comune di Bologna. L'incontro è avvenuto presso la sede dell'Oasi, la struttura che ospita il co-housing per persone affette da disabilità, in via Barozzi 7, inaugurata il 28 febbraio scorso. Alla riunione hanno partecipato, oltre ai consiglieri comunali e all'Assessore a Sanità e Welfare Giuliano Barigazzi , anche alcune delegazioni di AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici), dell'Azienda USL di Bologna e ASP Città di Bologna. Tra i vari temi trattati, l'incontro si è focalizzato sulle questioni dell'innovatività di questo tipo di co-housing e sulla creazione di nuove opportunità per persone disabili in città. Pur essendo l'Oasi il quarto co-housing per disabili a Bologna, argomenti quali la partecipazione diretta degli abitanti dell'Oasi per comprendere al meglio le loro necessità e la progettazione partecipata per accrescere l'accessibilità e l'inclusione sociale sono stati argomenti innovativi e all'ordine del giorno nelle fasi di progettazione della residenza e lo sono tuttora nella vita all'interno del condominio, che conta tra i 6 e i 10 abitanti. I residenti vivono all'interno di mono-bilocali e pagano un canone di affitto agevolato concordato con ASP. L'inclusione sociale, nell'Oasi, si riferisce ad un percorso di vita indipendente e autonoma delle persone che presentano vari tipi e livelli di disabilità, fisica, mentale e sonsoriale, ma anche attraverso la creazione e l'organizzazione di attività comuni volte alla socialità e all'aiuto reciproco e alla promozione della multietnicità all'interno degli appartamenti. Il ruolo di ASP, in questo contesto, in qualità di proprietario dell'immobile, prevede le pratiche di amministrazione del condominio e le attività di manutenzione straordinaria. Per ulteriori informazioni sul co-houng l'Oasi si rimanda ai seguenti link: L'Oasi per una vita indipendente Taglio del nastro per il co-housing l'Oasi A Bologna c'è l'Oasi: il co-housing multietnico per la disabilità Pubblicato il 16 Luglio 2018
Mercoledì 28 febbraio alle ore 12 inaugura il cohousing L'OASI in via Barozzi 7 a Bologna. Nato dalla collaborazione tra Azienda USL Distretto di Bologna, ASP Città di Bologna, Comune di Bologna e AIAS, il progetto si muove all’interno della cornice più ampia dello sviluppo di percorsi di vita indipendente attraverso risposte diversificate, per offrire opportunità abitative in grado di valorizzare l'autonomia della persona con disabilità garantendo pari opportunità, dignità e riservatezza. Interverranno: Giuliano Barigazzi Assessore Sanità e Welfare Comune di Bologna Rosa Amorevole Presidente Quartiere santo Stefano Chiara Gibertoni Direttore Generale AUSL Gianluca Pizzi Presidente AIAS Gianluca Borghi Amministratore unico ASP Città di Bologna La cittadinanza è invitata Pubblicato il 21 Febbraio 2018
L'inaugurazione prevista per sabato 18 novembre viene rinviata a data da destinarsi per motivi tecnici. L'esperienza del cohousing L'Oasi è un progetto di vita indipendente per le persone con disabilità, realizzato grazie alla collaborazione tra ASP, Comune di Bologna, Ausl e AIAS Bologna (Associazione Italiana Assistenza Spastici). Gli appartamenti e spazi comuni potranno essere gestiti in modo condiviso, per rendere le persone disabili protagoniste attive della propria vita. “ Potrebbe interessarti: http://www.bolognatoday.it/cronaca/via-barozzi-cohousing-disabili.html Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/BolognaToday/163655073691021