Intervista a Irene Bruno Dirigente Servizio Anziani

L’incontro con i 5 sensi  per combattere la demenza

Laboratori per stimolare i cinque sensi, visite guidate e progetti sperimentali per aiutare le persone che soffrono di demenza ad allenare la loro memoria. Sono queste alcune delle strategie messe in campo da ASP Città di Bologna per sostenere la persona che soffre di questo disturbo e la sua famiglia nell’affrontare la vita di tutti i giorni. Oltre ai servizi più tradizionali e conosciuti rivolti agli anziani come le CRA (Casa Residenza per Anziani), ci sono anche i Caffè Alzheimer e il Meeting Center Margherita, luoghi dove sperimentare delle cure alternative.

Che tipo di servizi sono?
Gestiti e organizzati da ASP sono servizi rivolti all’anziano e al suo familiare. I Caffè Alzheimer, quattro in città, sono ormai una realtà consolidata e sempre più spesso centri sociali e parrocchie ci contattano chiedendoci la disponibilità ad aprirne altri. Il Meeting Center è invece una sperimentazione del tutto nuova. Ci siamo ispirati ai centri di incontro nati in Olanda nel 1993, luoghi di incontro informale tra persone con demenza, i loro familiari ed esperti della malattia.

Che differenza c’è tra i Caffè e il Meeting Center?
 Il Centro d’Incontro Margherita è più strutturato rispetto ad un Caffè Alzheimer: è gestito da un comitato guida multidisciplinare che si riunisce due volte all’anno e di cui fanno parte ASP, i servizi sociali del Comune di Bologna e l’Azienda USL. È condotto da uno psicologo e collaborano con noi le associazioni di volontariato A.R.A.D. e Non perdiamo la testa. Il centro è rivolto a persone che soffrono di demenza lieve e possono partecipare agli incontri 20 anziani e 20 caregiver per volta; si lavora insieme per individuare strategie e tecniche per gestire la persona con demenza a casa, ma soprattutto per rallentare il progredire della malattia. Si trova in via Grassetti 4 a Bologna ed è aperto tre giorni a settimana: il lunedì e il giovedì dalle 9.00 alle 12.00 e il mercoledì anche di pomeriggio. Nel centro abbiamo aperto uno sportello d’ascolto rivolto a tutti, gestito da una psicologa e da due volontarie dell’associazione, e abbiamo attivato anche una linea per la consulenza telefonica. I Caffè Alzheimer hanno invece un accesso libero e poco mediato.

Sono previsti progetti specifici anche per le altre strutture?
Dei cinque Centri Diurni gestiti da ASP tre sono specializzati nella cura di persone affette da demenza (il Centro Lercaro, Centro Diurno San Niccolò e Centro di Viale Roma) e a differenza degli altri svolgono molte attività per stimolare la memoria delle persone, come il laboratorio di orticoltura che agisce sull’olfatto e sulla riattivazione dei sensi grazie alla raccolta e lavorazione di piante officinali; oppure il progetto di biodanza dedicato ai colori, alle emozioni e alle espressioni del corpo attraverso i movimenti. Abbiamo anche un corso di musicoterapia che cerca di trasformare, con l’aiuto di una musicoterapeuta, la musica in un linguaggio e in un canale di comunicazione. I centri diurni specializzati sono stati anche oggetto di studio da parte di altri paese europei: sono venuti in visita studenti da Berlino e da Varsavia, una delegazione libanese, una norvegese e una slovena e il console di Kyoto, per osservare da vicino il lavoro che Asp fa quotidianamente. Il valore aggiunto di questi progetti è il recupero della memoria remota dell’utente, che non viene persa con la malattia, e l’aiuto nella gestione dei disturbi del comportamento. Di solito la demenza porta a non riconoscere un familiare o un luogo e questo può generare molta ansia e paura. I nostri interventi riescono a dare di nuovo tranquillità a queste persone, riuscendo ad alleviare i sintomi senza dover ricorrere alla cura farmacologica.

 

Tratto da APSNEWS 4_2017. Scarica il pdf di ASP NEWS 4/2017