"Aprile 1945: L'ultima cruenta battaglia"
Uno degli incontri del progetto “Vecchi Amici in Comune 2015” ha avuto luogo presso la sala del Consiglio Comunale, dove il gruppo di anziani ed i volontari sono stati ospiti degli Assessori Renzi e Tonelli. La mattinata è stata dedicata alla rievocazione della battaglia che si svolse il 18 ed il 19 Aprile 1945 lungo le sponde del torrente Gaiana, poco lontano da Castenaso.
Il programma prevedeva una testimonianza ed un filmato dedicati a quei tragici avvenimenti.
Durante quei due giorni, dell'Aprile 1945, dopo aver sfondato la Linea Gotica, le truppe alleate che intendevano liberare la Pianura padana incontrarono la resistenza di due reggimenti di paracadutisti tedeschi ed i combattimenti particolarmente sanguinosi che seguirono provocarono decine di morti, molti dei quali riposano sotto le bianche croci del cimitero polacco di San Lazzaro.
Infatti furono proprio i polacchi, alla fine, a sfondare le linee tedesche ed a continuare l’avanzata verso Bologna, che sarà liberata il 25 aprile 1945.
Fin qui la descrizione dell'evento bellico. Ma ricordate che a fianco dell'accadimento militare, che coinvolge gli eserciti, ci sono sempre le tragedie della gente comune: ci pensa la testimonianza di Luciano Zanotto.
E' un distinto signore, oggi ottantaduenne, undicenne all'epoca dei fatti.
Il suo racconto è in parte ripreso dal filmato ed è anche riportato in un volumetto che ha voluto scrivere a beneficio di chi verrà dopo di lui.
Non nasconde l'emozione Luciano, nel raccontare una storia che ha già narrato tante volte e che ancora, confessa, rivive in sogno.
E' la storia vista con gli occhi di un ragazzino la cui famiglia, trasferita in Emilia dal Veneto, viveva nella dignitosa povertà che caratterizzava la maggior parte della gente a quel tempo.
C'è la guerra e, pensando di rifugiarsi in un luogo più sicuro, Luciano e i suoi vanno a stabilirsi in un'abitazione che finisce nel bel mezzo del conflitto tra due eserciti. Il padre, la madre, e i quattro figli, oltre alla famiglia dello zio, si trovano infatti in una zona occupata dai tedeschi che si trasforma ben presto in obiettivo strategico per gli alleati.
L'esistenza quotidiana, una stentata sopravvivenza, è per di più segnata dalla difficile convivenza con l'esercito occupante fino a quando la stalla in cui si rifugiano, dopo il bombardamento della loro già precaria precedente sistemazione, viene centrata da due granate sparate dagli alleati.
E' l'inferno. Una cugina muore tra le fiamme dell'incendio senza che nessuno riesca a trascinarla fuori, una sorella viene gravemente ferita al volto, la madre ha un buco in fronte, un'altra cugina la gamba squarciata. Il padre corre a cercare lenzuola per fasciare i feriti ma viene colpito a morte.
E poi ancora pericoli e difficoltà per chi è sopravvissuto. In definitiva la narrazione rappresenta, in maniera esemplare, cosa accade alla popolazione civile durante un conflitto e ci mostra nel modo, più diretto e più crudo, cosa sono gli “effetti collaterali” della guerra.
Io, che scrivo, sono nato nel 1950 e quindi sono entrato nell'età anagrafica che mi rende “anziano”. Gli anni che mi separano da Luciano non sono tanti ma non ho mai vissuto situazioni neppure lontanamente paragonabili a quelle che gli hanno segnato la vita. Penso di essere di una generazione fortunata: la prima che non ha mai subito una guerra.
...Poi passano alcuni giorni da quando ho scritto queste note ed arriva il maledetto lunedì 13 Novembre 2015, gli attentati a Parigi e tutto il resto. Forse anche noi adesso siamo in guerra. Una guerra diversa: i civili non ne ricevono più le offese per via degli “effetti collaterali”, adesso sono proprio loro l'obiettivo.