Appena sveglia apro la finestra e mi accarezza uno splendido sole: che meraviglia dopo giorni di pioggia!
Decido di fare una passeggiata. Dove? Ma dove vanno per abitudine a passeggiare gli anziani? Ovvio, ai giardini pubblici. Ogni anziano ha il suo angolo e la sua panchina preferiti. Io amo andare ai Giardini Margherita.
Percorro il viale di entrata lentamente (è un po' in salita) e osservo la vita che esplode sotto questi alberi... Il palazzetto che era la sede di attività di mille iniziative... ma che ora è in “restauro” da tanto tempo... Il campo estivo dei bambini, chiuso (è inverno). Il piccolo centro di esperimenti del WWF... allegato.
Ma c'è una larga piazza tra gli alberi che è piena di vita. Bambini, bambine, mamme, nonni... e mille attrezzi vari: biciclettine, pattini, palle e altro per fare attività (e cadute). C'è anche un piccolo e vero PK guidato da una piccolina ( che spande rumore e puzzo di carburante).
Osservo con nostalgia: come sono belli tutti questi bimbi così lieti e attivi, accompagnati da mamme o nonni... e anche qualche papà!
Pian piano mi avvicino a quella che è la mia panchina preferita, sul vialetto di fronte all'ALBERO / NONNA.
Che cosa è quello che io chiamo Albero/Nonna? E' un enorme albero, certamente ultracentenario, che si divide in diversi tronchi, larghi tanto da accogliere tanti bambini, che su di esso fanno mille giochi, mille arrampicate.
I suoi rami accolgono tutti i loro giochi. Per questo lo chiamo “Albero/Nonna” perché, proprio come una nonna vigila sulla loro esuberanza. Un tempo c'era un altro albero, più piccolo, ma è stato tolto: forse non era più sicuro di resistere alla marea che ogni giorno lo assaliva.
Qui venivo con la mia Bambina. Anche Lei amava giocare con questo grande albero. Quando nei giorni di lavoro “corti” riuscivo a “sganciarmi” prendevo la bicicletta e la caricavo (con tanto di bambola) nel cestino posto sopra il manubrio. E qui venivo.
Si formavano i gruppetti di gioco: bambole, tegamini, palle... Oppure arrampicate tra quei tronchi così accoglienti.
Oggi la mia Bambina è una “donna in carriera”, ed anche il fratello è ben sistemato... e se ne sono andati per la loro strada.
Mi abbandono ai ricordi. Qui godevo i pochi momenti sereni di una vita molto difficile, e impegnata. Sola, con due figli... ma loro sono riusciti bene: hanno la loro vita.
Io avevo un lavoro abbastanza sicuro ma, per molti anni, malpagato... e ai margini, un'attività frenetica.
Come tutti coloro che venivano dalla RESISTENZA, preparati dalle lunghe e appassionate discussioni sull'avvenire del Paese, tenute in Brigata nei momenti di sosta, l'indomani della Liberazione ci siamo buttati a corpo morto nella ricostruzione morale e materiale del paese, e con l'obiettivo di costruire una società come avevamo sognato nei nostri accesi confronti. Erano politicamente molto ignoranti sul come creare questa società per la quale avevamo tanto lottato. Eravamo nati nel fascismo e dovevamo capire e imparate “ tutto” ciò che era Democrazia.
Anni difficili per la miseria e per l'impegno: sindacati, partiti, movimento per la parità dei sessi... ma eravamo SICURI di riuscire a costruire un mondo migliore, pulito, democratico. Anche se c'erano dure resistenze di formazioni politiche che credevamo di avere battute.
Eravamo giovani, eppure pensavamo raramente anche ai diritti della nostra giovinezza: lavoro, impegno, lavori, impegni...
Oltre alle ore di lavoro si doveva partecipare alle attività delle istruzioni: una vera follia, pensandoci sopratutto oggi nella situazione che si è creata. Non è certo per questi risultati che tanto avevamo lottato e sacrificato!
Ricordo per quante sere e quanti giorni ho trascurato i miei figli, e me stessa, per adempiere a questi impegni. Avevo molti incarichi, anche importanti, e quasi tutti molto impegnativi. Una vera follia, pensandoci oggi. Ma nonostante questi risultati mi spendo ancora per tenere vivi i valori di quando eravamo certi di costruire un mondo migliore. Vado raccontando nelle scuole i rischi del fascismo, gli orrori della guerra e della violenza, i valori della COSTITUZIONE.
Rivedo quel tempo, anche se fa male.
Al mattino sveglia (magari io avevo dormito poche ore), colazione, preparazione per la scuola. Il Figlio grande è molto di aiuto. Entrambi a scuola, dove pranzeranno.
Io approfitto dell'intervallo di mezzogiorno (quando ci riesco) torno a casa per sistemare le cose e preparare la cena. La sera mi aiuterà il Figlio. Il quale Figlio, nel pomeriggio, con un amico al quale è molto affezionato andrà ai Giardini di Porto Saragozza, che sono frequentati da altri ragazzi (e ragazze). Fino all'ora di rientrare a casa di uno dei due; e in quella casa rimarrà un frigorifero “pulito”.
Finalmente la sera tutti insieme sul divano a guardare la Tv. Alle volte viene anche mia sorella...
Ma io spesso debbo uscire per una riunione...
Quando la bimba casca dal sonno c'è la “cerimonia” della caramella. In un cestino conservo sempre caramelle di qualità diversa. Ogni sera prima di andare a letto la piccola sceglie con molta cura, selezionando, la caramella che l'accompagnerà a letto. Quando torno a casa Lei dorme già da tempo. Ma il Fratello vigilia. E si ricomincia il giorno dopo.
Ma gli anni sono passati. I figli hanno presa la loro strada. Vorrei avere ricordi migliori sul come ho spesa la mia giovinezza e dimenticare cosa ho perso... Ma non sono pentita, ci eravamo impegnati anche per coloro che non son tornati. E il ricordo è ancora tanto vivo.
Albero-Nonna quanta nostalgia...
Mi accorgo che sta arrivando la mia Ragazza: elegante e serena. Sapeva bene dove trovarmi e mi ha fatto una sorpresa. Ne sono felice.
Si siede sulla panchina e “come va?” - “bene” rispondo.
In silenzio godiamo la tranquillità del momento e guardiamo i bambini che giocano attorno e sull'albero/nonna. Chissà quanto e se si ricorderà anche lei di quel tempo quando giovava su quei rami! Ma il tempo passa e il sole si avvia a nascondersi dietro gli alberi. Stiamo per alzarci e per avviarci, quando Lei mi dice, rudemente:
“Insomma Mamma vuoi toglierti dalla faccia quell'espressione triste e abbandonata? Il passato è passato ed ora tu vivi un'anzianità comoda e serena. Pertanto per una volta puoi mostrarci una faccia più lieta?”.
E' piuttosto ruvida, ma ha ragione. Ma!
Mi aiuta ad alzarmi e lentamente, a braccetto, insieme ci avviamo verso i cancelli di uscita.
Il sole è ormai dietro gli alberi. E sull’albero-nonna torna la tranquillità.
Fino a domattina.
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