"La braghira" di Aurora Sapigni - tratto da La scrittura del ricordo

La braghira, anzi quella braghira, dal verbo sbraghirare, parola prettamente bolognese, genere femminile, singolare, dicasi di persona che si occupa principalmente degli affari degli altri, tagliare i panni al prossimo, maldicente, pettegola, impicciona, malpensante.

Ricordo da piccola queste vecchiette in cortile a fare la calza, chiacchieravano, commentavano i fatti del giorno, io sono sempre stata una bambina curiosa, pareva che non facessi caso a niente, invece non mi sfuggiva nulla quando andavo in cortile a saltare alla corda o a riprendere una palla.

Ho subito capito che l'argomento preferito, di queste nonnine, erano le ragazze giovani, i morosi, i fatti di cuore.

Queste nonnine, intanto che lavoravano a maglia, facevano lavorare anche la lingua: "Lingue sacrileghe!" diceva mia madre.

“Signora Maria, ha sentito ieri sera, verso le nove chiudere il portone così forte che pareva venisse giù la casa?”

“Signora Zaira, se ho sentito, per forza, uno sbanderno così, mi sono anche presa paura!"

"Signora Dalcisa, ieri sera facevo fatica a tirare il fiato, sono andata alla finestra per prendere un po'd'aria, e ho visto la ragazza del terzo piano che usciva dal portone di volata, e poi non è mica andata via a piedi..... c'era una macchina con un giovane che la stava aspettare."

E qui congetture, ipotesi, domande, commenti: "Ma se ha il moroso?"

Quante vecchiette erano meglio di Agatha Christie per indagare chi era quel giovane.

"E il moroso? Per me quella ragazza è troppo disinvolta..."

Per tutto il pomeriggio l'argomento della conversazione rimaneva fissato su quella ragazza.

I maschi godevano di più libertà, meno indagini e pettegolezzi. Quasi tutte le strade del centro avevano la loro Bala: la bala dal Pradel, la bala dal fam, la bala d San Carlen, la bala dal bourg San Pir.... alcune in lotta fra di loro come il Pratello con la bala di borgo San Pietro. Questi fatti ce li racconta molto bene Quinto Ferrari nella canzone “La Madonnina del Borgo di San Pietro”.

Le persone andavano in processione col mattarello e qualcuno anche all'ospedale! Ora si sono un po' calmati. Se non c'erano scontri tra queste bale i maschi se la spassavano allegramente senza troppi commenti da parte delle solerti nonnine.

Adesso ci son fior di giornalisti che si occupano di gossip. La voglia di indagare sulla vita di personaggi famosi, la curiosità, le maldicenze ci sono sempre state e ci sono tuttora.

Le vecchiette della mia infanzia facevano in modo artigianale le giornaliste del rione, le voci si rincorrevano da un cortile all'altro, sempre con qualche aggiunta di commenti, maldicenze. Quello che captavo più spesso in cortile erano i commenti sulle ragazze, penso che quando una ragazza si sposava fosse un dispiacere per le nonnine.

I matrimoni allora erano destinati a durare, c'era poco da commentare e poi bisognava rispettare il vecchio proverbio: "Tra moglie è marito non mettere il dito".

Un altro bell’argomento per passare un pomeriggio era quando nasceva il primo bambino, calendario alla mano si controllavano date, lune calanti, lune crescenti, ma poi, col bene placido di tutti, anche se  si stabiliva che il bebè era settimino, le solerti nonnine erano contente.Queste nonnine non avevano tanti svaghi, non c'era la televisione, era tutto un fai da te, anche spettegolare, chissà cosa direbbero oggi, quella cambia moroso, quella convive, quella esce da sola a tutte le ore, avevano da ridire su tutto, forse avranno avuto una gioventù sacrificata e una innata

predisposizione alla maldicenza.

“Buonasera signora Zaira..."

"Arrivederci signora Dalusa, anche questo pomeriggio è passato, a domani, stia bene, abbiamo fatto due chiacchiere. ..."

“A me signora Maria, i fatti degli altri non interessano.."

"Neppure a me, signora Zaira, ne ho abbastanza di persone che sparlano, io penso ai fatti  miei , lo confermi pure   signora Dalusa...."

Per fortuna che badavano ai fatti loro, di panni ne avevano tagliati abbastanza, c'era da farsi il corredo.

"Signore sacrileghe!" diceva mia madre! Io non l'ho mai vista spettegolare in cortile, aveva da badare a me, alla mamma paralizzata, a cucire le camicie da soldato per rimediare un po' di soldini. Ne aveva veramente abbastanza di pensare ai fatti suoi.