Lo scopo di questo progetto è stato quello di verificare l'impatto su anziani con deterioramento cognitivo di grado severo e disturbi del comportamento, utilizzando la metodologia dell'approccio zooantropologico, attraverso la presenza di un cane stanziale, Chiarlie. 
Il principale punto di forza riscontrato nell’attuazione del progetto è stata la conoscenza pregressa dell’animale 
con i soggetti coinvolti; questo ha facilitato il coinvolgimento degli anziani, la familiarità di questi alla presenza del pet e ha ridotto notevolmente potenziali chiusure.
Nella costruzione del progetto è stato così possibile bypassare nella filiera delle attività quelle implicitative ed osservative (utili ad instaurare un rapporto di conoscenza e fiducia reciproche) e proporre direttamente quelle interattivo-guidate.
Nonostante il grave deterioramento cognitivo dei soggetti coinvolti, le medie di gradimento e performance risultano piuttosto alte ma, il dato più incoraggiante, è quello relativo all’interazione degli anziani con l’alterità animale che risulta essere, come ipotizzato in fase progettuale, molto efficace visto l’utilizzo del canale comunicativo non verbale.
Un risultato di notevole rilevanza è stato ottenuto sull’anziana con comportamento motorio aberrante e vocalizzazioni: si è infatti apprezzato che durante le sedute le vocalizzazioni sono pressoché scomparse e l’affaccendamento (che solitamente l’anziana esprime accarezzandosi compulsivamente gli arti inferiori) è stato canalizzato nella carezza al cane e, in generale, è notevolmente calato in frequenza e gravità durante la seduta.
Altro aspetto di notevole rilevanza emerso dall’analisi del materiale fotografico è relativo agli stimoli cinetici offerti ed accolti dagli anziani coinvolti; soprattutto in un’anziana con esiti di ictus e in un’altra bradicinetica è stato interessante notare come la motivazione alla cura ed al contatto con il cane le abbia spinte a movimenti ampi e coordinati.
Il progetto “Qua la zampa” si è dimostrato applicabile alla realtà delle strutture protette, sostenibile economicamente e con un benefico impatto sugli anziani coinvolti. Nonostante le difficoltà riscontrate, tra le quali si evidenzia come maggiormente impattante quella relativa alle caratteristiche specifiche e alle condizioni di salute del pet, la “ricaduta” che tale attività ha avuto sulla vita dei partecipanti al progetto si può definire assolutamente positiva.La relazione con l’animale domestico offre la possibilità di evadere da un vissuto di deprivazione emozionale e sensoriale, focalizzando la comunicazione e l’espressione su contenuti non verbali ad alto potenziale rievocativo. 
 
Pubblicato il 20 Gennaio 2015